Una parte del Pd catanese sfiducia il presidente D’Avola: “Soffoca il confronto e scappa”

Una parte del Pd catanese sfiducia il presidente D’Avola: “Soffoca il confronto e scappa”

CATANIA –  Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota giunta alla nostra redazione a firma della consigliera comunale Ersilia Saverino. Una riflessione sulla sfiducia manifestata al Capogruppo Giovanni D’Avola e sottoscritta anche dai consiglieri Niccolò Noratbartolo e Antonino Vullo. Quest’ultimo sarebbe già stato indicato alla successione di D’Avola nel ruolo di capogruppo Pd al Comune di Catania. Ma la polemica è già scoppiata con un partito che si mostra sempre più diviso. Questa la nota di Ersilia Saverino.

“La sfiducia di D’Avola, Capogruppo del Pd al Comune, presentata, oltre che dalla sottoscritta, pure dai consiglieri Notarbartolo e Vullo è un segnale di responsabilità non solo verso il nostro partito ma all’intera città ed agli elettori che tre anni fa ci hanno dato la loro fiducia per amministrare Catania. Ancora la necessità di fare chiarezza all’interno del partito democratico costituito da tante “anime”, diverse tra loro, ma tenute tutte a collaborare attraverso uno spirito costruttivo e di rilancio condiviso. La nostra decisione, attentamente ponderata, non è figlia della posizione dell’ultima ora ma affonda le radici in una presa di coscienza continua, frutto della consapevolezza delle tante assenze e della poca rappresentatività che ormai D’Avola aveva in consiglio. Tra l’altro “durante” la sua ultima assenza le dichiarazioni rilasciate ad alcuni organi di stampa dallo stesso, non concordate e del tutto autonome, ci hanno mostrato in modo evidente come fosse necessario, all’interno del gruppo, voltare pagina mettendo D’Avola, di fronte alle sue mancanze e alle tante occasioni sfumate. Il capogruppo D’Avola non ha dato seguito ad una richiesta dei consiglieri, impedendo il confronto politico all’interno del gruppo. In politica si discute, non si scappa. Nella sua assenza le funzioni sono esercitate dal Vicecapogruppo che ha convocato assieme agli altri consiglieri la seduta di giorno sei Maggio e ha inviato la convocazione a tutti. Questa è trasparenza. Questa è democrazia. Il capogruppo D’Avola trae la sua legittimazione dai consiglieri che l’hanno eletto ed a loro risponde. È inconcepibile che soffochi il confronto. Un gruppo non è il suo presidente, il gruppo è un’associazione che vive e respira di democrazia. D’Avola sarebbe dovuto venire, spiegare, discutere e votare, come si fa in ogni associazione, in ogni gruppo. Non si è leader …scappando dal confronto. Noi firmatari della sfiducia ribadiamo la bontà del nostro operato e stiamo lavorando in sinergia e in perfetta collaborazione affinché il nuovo Capogruppo possa degnamente rappresentarci e assolvere in modo più puntuale, incisivo e programmatico i compiti che la legge e lo statuto del comune gli conferiscono. Infine mi sorprende che, chi ricopre un ruolo politico, si trinceri dietro dei tecnicismi e non si accorga di non essere più rappresentativo di una maggioranza”.

Intanto, Concetta Raia così come Livio Gigliuto e Lanfranco Zappalà (come riporta in una intervista Catania Today) si schierano apertamente con D’Avola e parlano di “farsa”, “vicenda tragicomica”, “fatto grottesco”. E aggiungono che “un limitato gruppo di consiglieri non può sfiduciare un capogruppo senza alcuna dialettica interna e senza confronto”. Motivo per cui, aggiungono all’unisono, “il capogruppo del Pd al Comune di Catania resta sempre Giovanni D’Avola”.

Insomma, ciò che si intuisce al momento, è solo la grande frattura interna al partito e, certamente, ci saranno delle conseguenze clamorose a breve.