CATANIA – Si chiama “Progetto Attività Istituzionale Sig. Sindaco ”. Cioé Enzo Bianco. Tutto scritto così come vedete, con le iniziali di ogni parola maiuscole. Roba forte. Importante. Delicata. Dev’esserlo per forza, visto che è top secret.
Alcuni consiglieri del Comune di Catania hanno chiesto di cosa si trattasse. Ma non hanno ricevuto risposta. Si sa soltanto che per centrare l’obiettivo Progetto Attività Istituzionale Sig. Sindaco” è stato autorizzato il pagamento di 14.156,87 euro.
Poi c’è pure “l’anticipazione speciale al Provveditore per spese relative all’attività istituzionale del Sig. Sindaco”. 3.300 euro: si legge nei documenti ufficiali che “allo stato potrà essere impegnata la somma stanziata nel redigendo bilancio 2016”. Ma non basta. Biglietti arei come se piovesse. Poco più di 3.700 euro da pagare ad una agenzia di viaggi di San Gregorio, centro alle porte di Catania. Perché il “Sig.Sindaco” viaggia molto.
Almeno inviasse una cartolina. Magari con su scritto qualcosa di carino per i cittadini che tanto ama e per i quali lotta strenuamente. “Miei adorati, non state in pensiero per me. Sto lottando per voi”. Firmato Vincenzo, detto Enzo, Bianco, sindaco di Catania, ex ministro dell’Interno, ex presidente del Copaco (il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti), ex presidente dell’Anci (l’associazione nazionale dei comuni italiani).
Enzo Bianco il viaggiatore. Perennemente con lo zaino in spalla. Un giorno a Roma, l’altro a Torino, una capatina a Bruxelles, a Londra. E poi il meritato riposo a Catania. Catania che muore, Catania agonizzante, Catania con le casse vuote, Catania con l’economia in ginocchio, Catania con lo scandalo delle infiltrazioni mafiose nel consiglio comunale irrisolto, Catania con le strade che implodono ad ogni scrosciar di pioggia, Catania col lungomare che se ti affacci finisci spiaccicato sugli scogli, Catania con le periferie abbandonate ad un destino di degrado e voti facili come ricaricare una scheda telefonica.
E potremmo continuare all’infinito. Bianco, ci sei? No, non c’è. Oddio, la poltrona nuova di zecca per la quale i cittadini che pagano le tasse hanno speso 500 euro nella stanza del primo cittadino c’è, quindi le terga saranno poggiate di tanto in tanto. Mica si sperpera denaro pubblico. Giammai. Anche se, trono a parte, ci sono cinque delibere fresche fresche che fanno spazientire. Perché le spese che vi documentiamo riguardano soltanto due mesi da poco trascorsi, gennaio e febbraio. E perché il sindaco di Catania quando non viaggia, non parla.
Se chiedi, non risponde. Muto. “Noi ci proviamo – racconta il consigliere comunale Manlio Messina – chiediamo spiegazioni su certe spese che riteniamo non chiare e lui non ci risponde. Silenzio”. Stiamo parlando di 22 mila euro liquidati senza colpo ferire. Bianco chiede e le casse magicamente si schiudono.
“E si schiudono per impegnarle non si sa in cosa – continua il consigliere – abbiamo chiesto in cosa consistesse quello che hanno definito obiettivo progetto attività istituzionale e né il sindaco né chi per lui si è degnato di darci spiegazioni. Cioé non si è degnato di darle ai cittadini, visto che il Consiglio è l’interfaccia con l’Amministrazione comunale. Un atteggiamento che si commenta da sé e che è ancora più insopportabile adesso, nei tempi difficili, difficilissimi che stiamo vivendo. La spesa di qualsiasi somma, anche quella considerata meno robusta, dovrebbe essere, giustificata fino all’ultimo centesimo, ponderata al massimo. Le casse comunali sono in condizioni drammatiche, rischiamo il default, la Corte dei Conti è stata chiarissima. Sono sempre di più i cittadinini che hanno raggiunto o superato la soglia di povertà e Bianco acquista coi soldi dei contribuenti poltrone, finanzia progetti che mantiene oscuri, viaggia in continuazione non si sa perché, per chi”.
Già, perché? Per chi? E dire che durante la precedente amministrazione, quella del sindaco Raffaele Stancanelli, Bianco, allora consigliere comunale, un giorno sì e l’altro pure rimproverava all’ex primo cittadino di andare spesso a Roma. “Ma Stancanelli – ricorda Messina – ci andava soltanto un giorno alla settimana, per assolvere ai suoi doveri di senatore e dalle casse comunali non veniva prelevato un centesimo per quei viaggi, al contrario di quello che avviene per Bianco, il quale evidentemente adesso ritiene giusto trascorrere più tempo lontano dalla città per la quale dovrebbe impegnarsi al massimo. Vorremmo capire in base a quale principio allora rinfacciava le trasferte romane a Stancanelli, mentre adesso va ovunque. Non lo vediamo mai. É più altrove che qui. Catania di fatto non ha un sindaco”.
E poi sarebbe carino ricevere una risposta anche per quell’altro dettaglio. Quello che abbiamo rivelato in cima. Quello dei biglietti aerei, tutti acquistati nella stessa agenzia. Sempre la stessa. “Abbiamo chiesto se è stata fatta una procedura per assegnazione diretta o se è stato realizzato un bando per assegnare l’appalto all’agenzia con la migliore offerta – conclude amaro Messina – Niente. Nessuna risposta. Come parlare a un muro. Un muro bianco…”.
Alessandro Sofia