Mafia: terremoto in consiglio. Le reazioni della politica alle dichiarazioni di Musumeci

CATANIA – Le dichiarazioni del presidente della commissione regionale antimafia Nello Musumeci hanno scosso dalle fondamenta il Comune: tre o quattro consiglieri comunali avrebbero ottenuto per la loro elezione il supporto di elementi malavitosi.

Per Musumeci “il voto di scambio a Catania continua ad essere largamente praticato”. Ieri è arrivata la reazione del sindaco Enzo Bianco e della presidente del consiglio comunale Francesca Raciti: entrambi hanno scritto due differenti missive al procuratore Giovanni Salvi chiedendo “massima chiarezza”. Stamattina, in occasione della commemorazione dell’ispettore Filippo Raciti, il sindaco è tornato sull’argomento.

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La presidente Raciti ha, però, rilevato che si tratta di “una denuncia non circostanziata e inusuale nei modi“. Il procuratore Salvi ha risposto con poche righe sul tema evidenziando la piena collaborazione tra le istituzioni e dicendo che “c’è l’assoluta necessità che si faccia piena luce, con precisione e senza lasciare alcuna zona d’ombra, colpendo con durezza chi ha eventuali responsabilità”.

Sulla denuncia di Musumeci il procuratore ha detto che valuterà con calma e ha aggiunto: “Se qualcuno ha da dire qualcosa ce la deve dire”.

L’ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli concorda sulle parole di Musumeci in merito alla situazione politica etnea: “Quando detto dal presidente sul centrodestra è sotto gli occhi di tutti: l’area non è riuscita a compattarsi. Per il resto penso che la stragrande maggioranza dei catanesi sia d’accordo con le parole di Musumeci”.

Sulla mafia in consiglio Stancanelli reputa non opportuno commentare le parole del presidente dell’antimafia “certamente provenienti da una persona autorevole”.

Il professore Maurizio Caserta – candidato sindaco alle scorse elezioni –  non si sorprende e a La Sicilia dichiara: “Chi ha partecipato alla campagna elettorale per le amministrative 2013 non si stupisce delle parole del presidente Musumeci. Quelle che allora erano solo impressioni o percezioni, e come tali non rilevanti, acquistano oggi con quelle parole maggiore forza”.

Il capogruppo in consiglio del Megafono Daniele Bottino spiega: “Un caso simile successe quando Crocetta denunciò che nei consiglio comunali c’era la mafia e Musumeci chiese al governatore di tirare fuori i nomi. In maniera analoga noi chiediamo che si faccia piena luce e chiarezza sia per una nostra tutela sia per i cittadini e gli elettori. Se c’è un contesto particolare spero che la magistratura indaghi e che non si faccia demagogia sull’antimafia. Lo dobbiamo alla gente che ci ha votato per un cambiamento”.

Manlio Messina, capogruppo di Area Popolare, spiega: “Il presidente Musumeci ha sicuramente elementi e buone ragioni per fare una denuncia pubblica. Occorre fare piena luce ed è bene che siano intervenuti il sindaco e la presidente Raciti: è una vicenda molto grave. Serve chiarezza per tutelare la città e il consiglio”.

Alessandro Porto di Con Bianco per Catania propone una riunione di tutti i capigruppo e afferma: “Se ci sono i nomi si facciano e si eviti di screditare chi fa le proprie battaglie sparando nel mucchio. E’ giusto che la procura indaghi. Si tratta di fatti gravissimi ma semplici dichiarazioni rischiano di mettere tutti in mezzo: vogliamo la verità per tranquillizzare i cittadini”.

Nuccio Lombardo, capogruppo di Articolo 4, spiega di “non avere elementi ulteriori per potersi esprimere” e afferma: “Non ho avuto sentore durante la campagna elettorale e dopo un anno e mezzo di consiglio di possibili infiltrazioni. Ci rammarichiamo che la notizia si sia appresa così e si poteva esporre in altro modo. Lasciamo che intervengano gli organi competenti”.

Il consigliere Notarbartolo (Pd) chiede “immediata chiarezza perché Catania non può convivere con questo dubbio: la questione è aperta e si deve intervenire subito”.

Sebastiano Anastasi di Grande Catania dice che “per la prima volta condivido l’operato di Bianco e della presidente Raciti che ringrazio per aver tutelato l’ente, il consiglio, la Catania onesta e chi crede nella politica pulita. Quando si parla di mafia in politica occorre sempre e comunque far intervenire la Procura a tutela dei cittadini e della politica stessa fatta con trasparenza”.

Agatino Lanzafame, di Con Bianco per Catania, sottolinea la necessità di fare al più presto chiarezza e chiede un intervento deciso delle istituzioni competenti: “Le parole dell’onorevole Musumeci pesano come un macigno nella vita democratica della città di Catania che non può convivere con queste pesanti “ombre” che aleggiano sul senato cittadino. Da ciò il dovere per tutte le istituzioni di fare al più presto chiarezza sulla veridicità di quanto pubblicamente denunciato. Se fosse vero che il cancro mafioso è arrivato ad infestare il Consiglio Comunale esso va estirpato con decisione nel più breve tempo possibile”.

“Per questo motivo – conclude – mi auguro che Musumeci, se è in possesso di informazioni rilevanti – faccia delle denunce circostanziate, facendo eventuali nomi. Diversamente il rischio è quello di delegittimare tutto il consiglio, cuore pulsante della democrazia catanese, nel quale – è bene ricordarlo – siedono tanti cittadini onesti che hanno scelto di “metterci la faccia” e che tutti i giorni lavorano, in silenzio, per la propria città.”

Il capogruppo di Sicilia Democratica Carmelo Nicotra apprezza “l’intervento di Francesca Raciti” e dichiara: “Sicuramente l’onorevole Musumeci avrà ragioni valide per la sua denuncia, sinceramente non ce lo aspettavamo e non c’erano sospetti di infiltrazioni. Sono fiducioso sul corso della giustizia. Non ci aspettavamo una denuncia del genere nel quadro di una più globale denuncia politica”.

Andrea Sessa

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Andrea Sessa
Tag: Catania Infiltrazioni

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