Il gran valzer dell’Ars: l’esodo dei deputati “infedeli”

PALERMO – In principio fu Salvatore Lo Giudice, poi vennero tutti gli altri e ci fu l’esodo. ll parlamento siciliano – uno dei più antichi del mondo – pare che sia diventato una grande pista da ballo dove si suona un raffinato valzer viennese. Al violino c’è lui: il presidente Rosario Crocetta che con le sue melodie ha ammaliato svariati deputati.

In questo grande valzer diversi e repentini sono stati i cambi di “partner” (in questo caso di gruppo politico) che già in due anni e mezzo di legislatura sono stati effettuati: su 90 ballerini – pardon, deputati – se ne contano già ben oltre 40.

E fu proprio quel Salvatore Lo Giudice – eletto con la bellezza di quasi 9mila voti nella lista Nello Musumeci presidente – a effettuare il 28 novembre 2012 il primo giro di valzer andando nel gruppo Territorio di Nello Dipasquale, sostenitore proprio dell’avversario di Musumeci ossia Rosario Crocetta.

“Io ho a cuore solo il bene dei siciliani – dichiarava Lo Giudice il primo novembre 2012 -. Se un giorno penserò che il mio gruppo non lo stia perseguendo, sarò pronto a cambiare di nuovo. La mia coerenza prima di tutto”.

Dopo 27 giorni la sua coerenza l’ha portato a dire: “Credevo che con Musumeci si potesse creare un progetto importante per la Sicilia, ma non è stato possibile. Le posizioni che assume Musumeci sono ora quelle di leader di un partito che è La Destra, con ideologie che non condivido assolutamente. Non ci sono più le condizioni affinchè io possa rimanere in quel gruppo. Non sono mai stato attaccato alle poltrone, ho avuto proposte incredibili in questi giorni. Avrei potuto andare a far parte della lista Crocetta, ma non l’ho fatto”.

Adesso Lo Giudice si trova nel Patto dei Democratici per le Riforme. Se il capofila è lui non da meno è il suo collega Paolo Ruggirello, candidato anch’egli nella lista di Musumeci, e poi transitato allegramente nel gruppo di Articolo 4 e adesso nel Pd, a seguito del recente matrimonio.

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E fin qui abbiamo parlato di passaggi “clamorosi” di due deputati eletti nella lista di Musumeci e sostanzialmente passati al “nemico” Crocetta.

Questo è il parlamento dei record, basti pensare che nella precedente legislatura i cambi di casacca superarono al massimo la trentina. Vi sono deputati che hanno cambiato più di tre gruppi come, ad esempio, Alice Anselmo e Nello Dipasquale.

La prima è stata eletta nel listino del presidente Crocetta e poi è transitata – nell’ordine – in Territorio, Drs, Udc, Articolo 4 e adesso nel Pd, mentre il secondo eletto con il Megafono è passato anche in Territorio, al Misto per poi finire nel Pd.

Gli ex componenti di Articolo 4 – che hanno fatto infuriare i duri e puri del Pd per il loro ingresso nel partito – sono quelli che hanno le storie più travagliate e le origini più disparate e di certo lontane dalla storia della Quercia e della sinistra in generale.

Luca Sammartino e Pippo Nicotra non sono certo gramsciani della prima ora visto che sono stati eletti entrambi nell’Udc e Valeria Sudano nel Pid. Un altro “ballerino” professionista è Riccardo Savona che è approdato all’Ars con il gruppo di Micciché Grande Sud per poi passare ai Drs, al Misto e poi a Forza Italia.

Mentre Nicola D’Agostino – campione di preferenze nel Catanese con l’Mpa – è passato all’Udc e poi al gruppo Misto in attesa di ufficializzare il suo ingresso nel Pd.

Il gruppo più compatto è quello dei 5 Stelle che ha perso Antonio Venturino, passato al Misto e dichiaratosi socialista.

Recentemente, però, il parlamento italiano ha battuto quello siciliano in quanto a cambi di casacca, A conti fatti sono stati ben 235 i parlamentari che hanno abbandonato il loro gruppo di appartenenza folgorati, probabilmente, sulla strada del renzismo e stavolta sono i 5 Stelle ad avere il primato del gruppo più smembrato.

Per il parlamentare siciliano Ignazio La Russa quello che è andato finora in scena all’Ars è “turismo politico” e Nello Musumeci – presidente della commissione antimafia all’Ars – ha spinto per un codice etico per gli eletti nelle cariche pubbliche con una serie di norme stringenti che contemplano anche multe per i cambia casacca.

Proprio sui cambi di schieramento il coordinatore regionale del Partito dei Siciliani Rino Piscitello – nei primi mesi del 2013 – aveva presentato un esposto in procura a Palermo perché si paventava “il voto di scambio”.

“Abbiamo esposto alla procura – aveva sottolineato Piscitello – gli infiniti cambi di casacca che stanno avvenendo in periodo elettorale che sono stati dichiarati di fatto dai protagonisti che li stanno incentivando, in un paio di mesi il 15 per cento dell’Ars si è spostato da una coalizione o da partiti verso il partito del presidente della Regione o partiti che lo sostengono. In questi giorni si sono verificati improvvisi quanto repentini e numerosi passaggi di consiglieri comunali, sindaci verso quel partito, un’improvvisa conversione ideale di persone che statisticamente è impossibile”.

E ancora non aveva visto il meglio del gran ballo dell’Ars…