CATANIA – Il tg satirico di Antonio Ricci torna a Catania per denunciare lo stato comatoso della formazione professionale, ferma al palo da mesi per quanto riguarda i corsi destinati ai ragazzi minorenni e in obbligo scolastico che scelgono di imparare un mestiere.
Una scelta preclusa dalla Regione Siciliana che non ha avviato ancora i primi anni, nonostante vari rinvii e promesse. Sono recenti le dichiarazioni dell’assessore Lo Bello in merito che ha assicurato di aspettare i fondi da Roma per far partire i corsi.
Più volte il professore Piero Quinci ha denunciato i gravi ritardi che comportano una dispersione scolastica elevatissima: “Abbiamo riunito i nostri allievi – spiega – e i genitori per chiedere il diritto allo studio negato da oltre sei mesi. Il mancato avvio dei corsi ha comportato un aumento della dispersione scolastica e un’interruzione di pubblico servizio”.
“Chi ci va di mezzo – prosegue Quinci – sono le fasce più deboli che sono senza attenzione. È un delitto sociale che si sta consumando a danno di questi ragazzi che non potranno imparare un mestiere e che andranno a ingrossare la manovalanza della criminalità organizzata”.
Sui corsi di formazione per il professore “c’è un colpevole ritardo della Regione che ha avuto oltre 14 milioni di euro”.
I corsi che sarebbero dovuti partire a settembre dello scorso anno – per quanto concerne i primi anni – sono ancora oggi fermi e vi sono oltre 5mila ragazzi senza istruzione. “Ancora oggi – tuona Quinci – la Regione chiede gli elenchi dei ragazzi iscritti ai corsi! Ho denunciato il governo regionale per interruzione di pubblico servizio ma la politica sembra essere sorda verso questo problema”.