CATANIA – “Le somme del decreto Sblocca Italia non resteranno in Sicilia e andranno ad altre regioni”. Con queste parole parte l’affondo del capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, durante una conferenza stampa tenuta nella sede etnea della Regione.
Per il deputato forzista il decreto, che dovrebbe finanziare la realizzazione dell’asse ferroviario Palermo – Catania – Messina e altre opere fognarie e di depurazione, ha grandi limiti di attuabilità per la Sicilia, in primis per una questione di tempi.
“Abbiamo una data – spiega Falcone – che è quella del 30 settembre. Entro questo termine la Regione deve porre in essere atti giuridicamente vincolanti per porre in essere le opere altrimenti non si potranno ricevere i finanziamenti”.
“Questo è un termine – aggiunge il deputato – indicato appositamente per commissariare la Sicilia. Le somme non spese confluiranno in un fondo per il ministero dell’Ambiente e potranno essere spese da altri”.
Altrettanto critico il coordinatore regionale del partito, nonché senatore di Forza Italia, sulla natura politica dello Sblocca Italia: “Rischiamo di perdere queste somme e chiediamo subito di correggere questo decreto. E’ francamente imperdonabile condannare la Sicilia, guidata dal Pd, attraverso un provvedimento pensato e concepito da esponenti dello stesso partito. Ciò vuol dire che tra Crocetta e Roma non c’è stata interlocuzione”.
Le proposte di Forza Italia per non perdere i finanziamenti sono due. La prima è quella di spostare la tempistica di presentazione delle opere finanziabili. La seconda è quella di impugnare il decreto dinanzi alla Corte costituzionale.
“Abbiamo condizioni sfavorevoli ed è necessario – prosegue il capogruppo di Fi – un rinvio di almeno uno o due mesi dei termini del decreto. Inoltre il presidente Crocetta dovrebbe avere un sussulto di dignità e potrebbe impugnare il decreto per incostituzionalità. Nei prossimi giorni presenteremo una mozione per spingere il governo regionale ad agire celermente”.
Gli esponenti azzurri hanno attaccato la mancata riforma degli Ato da parte della Regione. “Era stata presentata come il vessillo della rivoluzione di Crocetta – ha concluso il senatore Gibilino – ma non è successo nulla. Nello Sblocca Italia vi sono risorse per le reti idriche e fognarie ma in questi due anni il presidente non ha fatto nulla per gli Ato e le promesse sono rimaste lettera morta: non vi sono progetti cantierabili e dovremmo restituire i finanziamenti”.
Per i forzisti, quindi, lo Sblocca Italia non “tiene conto delle esigenze della Sicilia e lo dimostra l’intervento sulla linea ferroviaria. La nostra isola ha bisogno di ben altro”.
L’intervista di NewSicilia a Marco Falcone
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