CATANIA – Barbara Mirabella, ai domiciliari su richiesta della Procura di Catania con l’accusa di corruzione, ha raccolto 884 voti.
Il suo arresto, scattato a poche ore dal voto, ha sicuramente penalizzato la candidata con Fratelli d’Italia. La sua era stata una delle prime campagne elettorali a partire, ma a tre giorni dalle elezioni, la “bufera” giudiziaria.
Nei confronti dell’ex assessore del Comune di Catania, il gip ha motivato il provvedimento dei domiciliari sottolineando che l’indagata “oltre a strumentalizzare la pubblica funzione per finalità di profitto personale” avrebbe dimostrato “una spiccata abilità nel rappresentarsi e anche condizionare le scelte degli organi di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte a vario titolo nell’inchiesta a cominciare dall’ex sindaco di Catania“.
La misura cautelare è apparsa “eccessiva” al legale di Mirabella, l’avvocato Enrico Trantino, che ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame “constatando che il provvedimento è stato emesso ed eseguito a pochi giorni dal voto“.
Un rilievo, quest’ultimo, evidenziato anche dal coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Alberto Cardillo: “Non può non lasciare attoniti – ha affermato – la tempistica, soprattutto in considerazione del fatto che la richiesta di misure cautelari parrebbe essere stata depositata ben tre mesi fa“.
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