CATANIA – Mancano due mesi all’elezione del nuovo sindaco catanese e al rinnovo del Consiglio comunale. Il sondaggio dell’Istituto Noto per l’agenzia Italpress ha misurato la notorietà dei candidati alle prossime elezioni amministrative a Catania: non ci sono dubbi sul fatto che al momento il favorito è Razza, quale – se i cittadini fossero chiamati a votare oggi – sarebbe eletto sindaco al primo turno. Secondo i risultati, solo il 53% degli elettori ha dichiarato di andare a votare, indicando un alto rischio di astensione nella città etnea.
La classifica dei candidati per notorietà
Il candidato più conosciuto dai catanesi è Enzo Bianco, già sindaco della città per quattro volte tra il 1988 e il 2018, con il 79% di notorietà. Al secondo posto si trova Ruggero Razza, ex assessore regionale alla Salute e braccio destro dell’ex presidente della Regione e attuale ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, con il 54% di notorietà. Al terzo posto c’è Sergio Parisi, già assessore allo Sport nella giunta Pogliese, con il 46%, mentre al quarto posto si trova Valeria Sudano, deputata nazionale della Lega, con il 41%. Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio di Catania, risulta il meno conosciuto dei candidati al quinto posto, con il 28% di notorietà.
La classifica cambia notevolmente se si chiede ai catanesi per chi intendono votare. Al primo posto si piazza Ruggero Razza, seguito da Sergio Parisi al secondo posto, Enzo Bianco al terzo, Valeria Sudano al quarto e Emiliano Abramo al quinto. Secondo la legge elettorale, il candidato che raggiunge il 40% dei voti viene eletto sindaco al primo turno, senza bisogno di ballottaggio.
I possibili scenari
Ci sono quattro scenari possibili. Se il centrodestra scegliesse di correre con Ruggero Razza, l’esponente di Fratelli d’Italia vincerebbe al primo turno con il 43%, seguito dal candidato del centrosinistra Emiliano Abramo con il 21%, sostenuto da Pd e M5S. Un possibile candidato di Sud chiama Nord, il partito del leader Cateno De Luca, otterrebbe la stessa percentuale del 21%, posizionandosi al terzo posto. Enzo Bianco rimarrebbe staccato e in fondo alla classifica con il 12%.
Se il centrodestra dovesse invece appoggiare Sergio Parisi, si andrebbe al ballottaggio poiché Parisi si fermerebbe al 39%, seguito dal candidato di Sud chiama Nord con il 23%, mentre Emiliano Abramo otterrebbe il 21%. Bianco perderebbe con il 14%.
Un terzo scenario vede schierati Razza e Bianco: quest’ultimo sarebbe sostenuto anche da Sud chiama Nord e dalle liste civiche. In questo caso, l’ex assessore alla Salute otterrebbe una netta vittoria con il 44%, mentre l’ex sindaco di Catania si fermerebbe al 30%, seguito da Abramo con il 24%.
Nell’ultimo scenario descritto, si contrappongono Ruggero Razza, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, autonomisti, Dc e Noi moderati, contro un possibile rappresentante di Sud chiama Nord. Secondo i dati forniti, Razza avrebbe il 40% dei voti, seguito dal rappresentante di Sud chiama Nord con il 22%, Abramo con il 20%, l’ex sindaco Bianco con il 10%, e Sudano con il 5%.
Le previsioni in vista delle elezioni
Circa il 47% dei cittadini crede che un candidato del centrodestra vincerà le elezioni, mentre il 20% ritiene che il vincitore sarà un sindaco di Sud chiama Nord, l’11% opta per un candidato del centrosinistra e dei 5 Stelle, mentre solo il 7% crede che un civico come Bianco possa vincere.
Secondo il direttore dell’agenzia Noto, Antonio Noto, Razza è il candidato più proiettato alla vittoria in tutti e quattro gli scenari descritti, consolidando il suo consenso tra i catanesi. Anche se Sergio Parisi ha registrato una buona performance, il suo risultato sarebbe inferiore rispetto a quello di Razza. Tuttavia, Noto ritiene che se il centrodestra non dovesse superare il 40% al primo turno, la partita si riaprirebbe.
Noto ritiene inoltre interessante il dato sul candidato di Sud chiama Nord: anche se alle ultime elezioni regionali a Catania De Luca ha superato il 20%, il peso del suo partito diminuisce se dovesse allearsi con Bianco. L’ex sindaco di Catania, invece, paga il prezzo di non essere sostenuto da grandi schieramenti, ma il suo consenso è personale e va al di là dei partiti. L’onorevole Valeria Sudano, invece, pagherebbe la divisione del centrodestra, poiché l’elettorato di questo schieramento non gradisce le divisioni interne e punta sempre all’unità della coalizione.