Drago: “Sulle elezioni all’Ati piovono assurdità”

CATANIA – “Hanno scelto di eliminare la dicitura ‘capacità manageriale’ tra i criteri per la nomina del nuovo direttore generale dell’Ati, Assemblea territoriale idrica. Ciò è assurdo perché noi sindaci dovremmo impegnarci a scegliere il massimo: i migliori in Italia. Con questa nuova procedura, invece, potrebbe essere designato chi si è occupato per cinque anni di rifiuti o luce votiva: non è detto che posseggano le capacità tecniche per coprire il ruolo”.

Ha le idee chiare Filippo Drago, il sindaco di Aci Castello che insieme con il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo torna a sollevare dei dubbi sulle recenti modifiche all‘articolo 12 dello Statuto dell’Ati, apportate per volere di 40 sindaci siciliani.

“Come direttore generale dovrebbe essere nominato un tecnico e proprio ‘l’esperienza manageriale’ di cui parliamo è un elemento sostanziale nello svolgimento dell’incarico – spiega Drago -. Il fatto che possano concorrere anche i direttori dei cimiteri ridicolizza la questione – aggiunge -. Qui nessuno mette in discussione la loro autorità, ma dubito che possano sapere come si gestiscono gli impianti fognari“.

Ecco perché i due sindaci di Aci Castello e Misterbianco si sono opposti.

“Ho già mandato una serie di lettere alle categorie sindacali, alle associazioni di consumatori e agli imprenditori in modo da spiegare la nostra riflessione e sottolineare quanto sia delicato il momento – afferma Drago -. Poi attendiamo il responso del ricorso al Tar che abbiamo depositato riguardo all’elezione del neo presidente Ati Santi Rando, secondo noi illegittima in quanto hanno modificato le rappresentanze dei comuni per la sua elezione – aggiunge Drago -. È assurdo che tutti i 58 comuni dispongano di un solo voto senza distinzione tra quelli più grandi ed influenti e quelli più piccoli”.

Ne ha una per tutti Drago che, sempre riguardo al sindaco Rando e al vicepresidente Ati Roberto Barbagallo conclude dicendo: “Sono brave persone che fanno parte di un disegno politico diverso dall’interesse di rappresentare i cittadini di ogni comune siciliano”.