Catania, sull’ufficio stampa del Comune Codici e Cbc esigono chiarezza

CATANIA – Sul caso dell’ufficio stampa del Comune e sui portavoce del sindaco Enzo Bianco intervengono – dopo le denunce di Manlio Messina di Area Popolare e la replica del sindacato dei giornalisti – anche l’associazione Codici e Catania Bene Comune chiedono spiegazioni.

Il presidente Manfredi Zammataro chiede chiarezza sui ruoli in maniera immediata altrimenti il caso verrà segnalato all’autorità nazionale anticorruzione.

“L’utilizzo al Comune di Catania -spiega la nota di Codici – di giornalisti portavoce personali direttamente retribuiti dal sindaco Bianco reso noto dall’assessore alla legalità Rosario D’Agata e confermato anche da fonti sindacali, crea una sovrapposizione tra interessi pubblici e privati che sembrerebbe violare l’obbligatoria funzione di imparzialità e trasparenza, a tutela dei cittadini, della pubblica Amministrazione”.

“Questi giornalisti – si chiede Zammataro – possono, senza alcun incarico formale, operare all’interno del Comune? Sono fatte salve le tutele di garanzia previste dalle leggi sul pubblico impiego, in tema di utilizzo delle risorse umane? Il “rapporto di lavoro personale col sindaco” è compatibile con lo svolgimento, sine titulo, di una qualunque loro attività all’interno del Comune? Qual è il nesso tra la loro azione e quella degli organi di controllo interni al Comune, istituzionalmente preposti a garantire il regolare e trasparente buon andamento?”

Zammataro chiede immediate risposte anche a seguito delle polemiche sul bando per l’assunzione di un giornalista all’Amt con una retribuzione di 42 mila euro annui e l’ammissione del presidente Lungaro, messa a verbale, di conoscere preventivamente il nome del giornalista prescelto.

Giornalista che – spiega il presidente di Codici – “sarebbe uno dei due portavoce del sindaco”. “L’altro giornalista di fiducia personale del sindaco – prosegue Zammataro– risulta incaricato di una consulenza retribuita dal 13 dicembre 2013 presso l’azienda partecipata comunale Asec Trade con un contratto annuo di 35 mila euro: non è dato sapere se la sua individuazione sia avvenuta tramite una selezione pubblica o meno. Appare evidente come tutti questi elementi impongono al sindaco Bianco e all’amministrazione comunale di fare subito chiarezza”.

Anche Catania Bene Comune chiede chiarezza al sindaco evidenziando che “può avvalersi della collaborazione di chi vuole, nella sua vita privata e fuori dalla funzione di massimo rappresentante istituzionale del Comune di Catania. Il Sindaco della città è invece tenuto a rispettare la legge e ad avvalersi degli uffici preposti per la comunicazione: l’ufficio stampa del Comune formato oggi dagli impiegati comunali, pagati dalla cittadinanza, Sebastiano Molino, Francesca Pavano, Angela Impastato e Salvatore Di Guardo”.

“Se Bianco – prosegue Cbc – avesse riscontrato la necessità di nominare un portavoce del sindaco avrebbe dovuto modificare, assumendosene la responsabilità politica e amministrativa, il piano di rientro finanziario e ripristinare tale figura nelle modalità prescritte dalla legge”.