Catania, Anastasi propone apertura di “palestre sociali”

Catania, Anastasi propone apertura di “palestre sociali”

CATANIA – La proposta viene dal consigliere di Grande Catania Sebastiano Anastasi e potrebbe offrire nuove possibilità di lavoro e dare ai cittadini un servizio a costo irrisorio.

Anastasi, infatti, ha lanciato l’idea delle “palestre sociali” utilizzando le strutture delle scuole statali che, spesso, rimangono inutilizzate nelle ore pomeridiane con il risultato che tante risorse vanno sprecate.

Così il consigliere propone di “sviluppare una cabina di regia tra Palazzo degli Elefanti, le sei circoscrizioni cittadine e le scuole per dare vita ad un sistema capillare di programmazione e sinergia per realizzare le palestre sociali, a costo zero per le casse comunali”.

L’idea è semplice: basterebbe concedere – dietro pagamento di un canone mensile non elevato – le palestre scolastiche a giovani imprenditori per avviare corsi di ginnastica, ballo, corpo libero e altre attività. Così vi sarebbero dei corsi capaci di attirare diversi cittadini che andrebbero a pagare una quota proporzionalmente al loro reddito.

“Lo stato di salute fisica e lo spirito di aggregazione dei cittadini, specie delle fascie meno agiate,– afferma Anastasi – dovrebbe essere una priorità per una città civile. Inoltre si potrebbero stipulare opportune convenzioni che prevedano per gli eventuali gestori l’impegno ad eseguire lavori base di manutenzione o ammodernamento di queste palestre scolastiche”.

“Tutto ovviamente a patto – continua Anastasi – che gli utenti paghino piccolissime quote per usufruire di questo tipo di attività, utilizzando come parametro oggettivo, oltre che l’età, le fasce di reddito in base all’ISEE ad esempio. Si tratta di una proposta che inoltre potrebbe creare aggregazione e socializzazione pure tra gli anziani e minori delle periferie, di certo consentirebbe alle fasce economicamente più in difficoltà di avere il sacrosanto diritto di poche ore di svago e di sana attività fisica. Ricordo infatti all’amministrazione comunale che per tante, anzi troppe famiglie, oggi la cosiddetta ‘palestra privata’ è un lusso irraggiungibile”.