“Casta stampata” o “pulizia etnica” di giornalisti al Comune di Catania?

CATANIA – Il caso addetti stampa – sollevato dal capogruppo di Area Popolare Manlio Messina sui presunti “giornalisti abusivi” all’interno di Palazzo degli Elefanti e sul bando Amt “sospetto” con nome del vincitore già conosciuto – continua a tenere banco.

Nel chiacchiericcio della categoria degli addetti ai lavori il caso è emerso in maniera virulenta e, sinora, l’amministrazione attraverso l’assessore Rosario D’Agata ha dichiarato che i due professionisti coinvolti – Giovanni Iozzia e Giuseppe Lazzaro Danzuso – sono dei portavoce personali del sindaco Enzo Bianco.

È intervenuto il Gus – gruppo uffici stampa di Assostampa Sicilia – per spiegare che al Comune negli anni passati vi è stata “una pulizia etnica” di giornalisti. Il presidente del sindacato Francesco Di Parenti ha smentito qualsiasi incompatibilità perché i giornalisti citati sono “portavoce personali del sindaco”.

Il Gus parla di attacchi di “inaudita violenza” e smentisce l’incompatibilità tra un contratto non esclusivo e il ruolo di portavoce personale che è diverso da quello istituzionale secondo il sindacato.

Il sindacato rileva che “la figura del portavoce istituzionale è stata cancellata contra legem dal passato consiglio comunale nel febbraio del 2013”. Però – andando a spulciare la delibera di allora – non si può fare a meno di notare che nella misura 6 della delibera 14 del 2 febbraio 2013 l’amministrazione aveva proposto la riduzione degli esperti del sindaco da 3 a 1 e dello staff da 3 a 1 unità e del portavoce dal 30 giugno 2013.

Però con un emendamento gli allora consiglieri e oggi assessori D’Agata e Di Salvo hanno chiesto di anticipare i tempi e rendere esecutivo il taglio dal 15 febbraio 2013. L’emendamento passò con l’astensione di Manlio Messina ma il voto favorevole degli stessi Di Salvo, D’Agata e Raciti, attuale presidente del consiglio.

Quindi anche pezzi dell’attuale amministrazione favorirono e anticiparono un taglio “contra legem”?

Il sindacato inoltre “randella” i politici colpevoli “della pulizia etnica” e che “rifiutano l’intervento professionale di un giornalista che impedirebbe loro di sostenere tesi in palese contrasto con la realtà” ma anche le testate che pubblicano “dichiarazioni spesso pubblicate senza alcun intervento critico e persino senza contestuale replica”.

Quindi il Gus ha chiesto un incontro al sindaco Bianco per “sanare la ferita aperta lasciata dalla precedente amministrazione”. Aggiungiamo con l’avvallo di parte dell’attuale amministrazione. E aggiungiamo che, come da precisa richiesta dell’Ordine dei giornalisti, “di firmare sempre i comunicati stampa e i press release con il nome per esteso e la qualifica”. il comunicato del Gus non è firmato.

Manlio Messina preferisce non entrare nel merito ma spiega: “Ciò che ci fa riflettere è come un sindacato che dovrebbe tutelare gli uffici stampa, pensa a difendere chi scrive abusivamente per un ente a danno proprio dell’organo ufficiale”.

“Non capiamo onestamente, come nulla si dica sul fatto che qualche giornalista eserciti abusivamente mentre un’alta professionalità venga messa da parte. Più che sbigottiti onestamente rimaniamo sconfortati da quanto letto” aggiunge il capogruppo di Area Popolare.

Messina inoltre rivendica il suo voto non favorevole alla delibera citata da NewSicilia.it che “fu voluta e votata dall’attuale assessore D’Agata e dall’attuale assessore Di Salvo i quali con un emendamento addirittura anticiparono l’obbligo della riduzione rispetto a quanto deciso dall’amministrazione Stancanelli”.

“Forse – conclude Messina – è bene studiare prima di scrivere!”.

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