CATANIA – Sono momenti decisivi per la scelta del candidato sindaco del centrodestra per Catania. In mattinata, infatti, si è cominciato a fare sul serio con Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo nazionale di Fratelli d’Italia, che ha raggiunto il capoluogo etneo con appuntamento nella sede storica del Movimento Sociale di Corso Sicilia 11. Presenti tutti i big catanesi del partito: Manlio Messina, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il coordinatore regionale Salvo Pogliese e quello provinciale Alberto Cardillo.
Le parole di Donzelli
Ai cronisti Donzelli ha detto: “Il tempo stringe, ma abbiamo ancora qualche giorno. L’importante è scegliere il prossimo sindaco per 10 anni che sia in grado di governare questa città nel miglior modo possibile. Piuttosto che avere fretta, è meglio aspettare qualche ora in più per avere il prossimo sindaco che sia all’altezza di quanto merita Catania. Ovviamente, come in tutti i casi, il centrodestra sarà unito. Saremo compatti e porteremo avanti la migliore proposta possibile“.
Sul fronte dei rapporti con gli alleati, Donzelli ha sottolineato che ci sono delle fasi di trattative in cui ciascuno pone sul tavolo le proprie proposte, tutte di altissimo livello. “Tutti i nomi che ho letto sui giornali sono validissimi. Alla fine arriveremo su una proposta che sarà quella che reputiamo migliore per Catania, ma non per questo quelli che non correranno per sindaco del centrodestra saranno da meno.”
Riguardo alla Lega, che ha messo in campo la candidatura della parlamentare nazionale Valeria Sudano, Donzelli afferma che “ci vedremo e parleremo“. “Non ci parliamo tramite i giornali – ha aggiunto il dirigente di FdI – governiamo insieme la Nazione e moltissimi territori, governeremo insieme e compattamente anche questi territori. Quando Fratelli d’Italia presenta una candidatura, tutti i suoi dirigenti la sostengono con convinzione e compattezza“.
Il “no” del nome buono per tutti
Manlio Messina intanto ha tolto dal campo la possibilità della sua candidatura. La carriera politica del catanese più influente in Fratelli d’Italia è in piena ascesa. La sua influenza su Giorgia Meloni può aiutare Catania anche da Roma. E poi inutile negare che gestire Catania rappresenta una gatta da pelare non da poco. Questo Messina lo sa e decide di conseguenza.
Valeria Sudano non si ritira: è rottura?
La Lega ha fatto sapere in più occasioni che la candidatura di Valeria Sudano è sul tavolo, eccome. Il ritiro sarebbe stato preso in considerazione nel caso in cui Fratelli d’Italia avesse fatto il nome di un candidato con lo stesso curriculum di Sudano (vedi Manlio Messina). Proprio questa mattina il commissario della Lega in Sicilia, Annalisa Tardino, ha ‘invitato’ “gli amici di FdI, invece di continuare ad agire scompostamente nei territori, non rispettando gli impegni assunti nel tavolo del centrodestra, a risolvere i loro problemi interni, senza attribuire ad altri responsabilità per essere frastagliati in anime e correnti. Piuttosto si impegnino a proporre alla coalizione un nome valido, all’altezza della Sudano“. A queste condizioni la rottura appare insanabile. Per la Sudano rinunciare in favore di un candidato con uno status ritenuto non all’altezza, dal suo punto di vista, sarebbe una mossa che indebolirebbe troppo la sua immagine, soprattutto dopo la fuga in avanti e la città tappezzata da settimane con i suoi manifesti. Un bluff? Lo scopriremo solo tra poche ore, ma al momento la candidata leghista tiene il punto.
La gara interna in Fratelli d’Italia: Parisi avanti
Il nome in pole allo stato attuale è quello di Sergio Parisi. L’ex assessore allo Sport della giunta Pogliese avrebbe l’ok da parte di Messina e Galvagno e sarebbe al momento il favorito. C’è da convincere Raffaele Lombardo che invece da giorni spinge sul nome di Ruggero Razza, su cui era arrivato il veto da Sammartino, ma nello scenario che vede la Lega sfilarsi dall’alleanza, anche quello dell’ex assessore regionale alla Salute potrebbe tornare in corsa. Fatto sta che a quanto trapela da fonti interne di Fratelli d’Italia, Parisi rappresenterebbe l’opzione meno divisiva.