CATANIA – Un vecchio proverbio recita: “Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”.
L’invito a essere cauti nell’assumere impegni con gli altri è chiaro ma ciò che la massima non dice (e che forse è la cosa più importante) è che le conseguenze di promesse incaute o di false aspettative possono essere davvero gravi.
Le massime, i proverbi e gli aforismi nascondono una grande saggezza ma sarebbero solo parole se non trovassero conferma nella realtà, nelle scelte e negli errori umani.
Dunque, non perdiamoci in chiacchiere ed entriamo nel vivo della questione, giusto per dare quella concretezza ad un qualcosa che, altrimenti, sarebbe solo futile moralismo.
Parliamo di PAES, Piano d’azione per l’energia sostenibile.
Il PAES è un documento con il quale i firmatari di uno specifico patto decidono e delineano quale strada adottare per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 entro il 2020.
L’importanza dell’obiettivo di contrasto all’inquinamento dei grandi centri urbani, dunque, si sostanzia in questo documento che, richiedendo uno sforzo economico non indifferente, prevede, per le amministrazioni che aderiscono, un finanziamento a copertura di tutte le spese sostenute.
Fin qui tutto chiaro. Ma abbiamo appena cominciato.
Come spesso accade, per questo genere di attività è richiesto il rispetto di un preciso procedimento, di una serie di atti coordinati che, se debitamente osservati, garantiscono il buon andamento dell’operazione.
Servono anche un pizzico di puntualità e competenza.
Ecco cosa avrebbe dovuto fare il comune di Catania per ottenere il finanziamento di cui vi parlo: avrebbe dovuto, innanzitutto, aderire al “patto dei sindaci”, azione necessaria per accedere al finanziamento. Fatto.
ADESIONE AL PATTO DEI SINDACI – 9 OTTOBRE 2014
Avrebbe dovuto selezionare i soggetti cui affidare la redazione del PAES. Fatto.
Affidare l’incarico ai progettisti, firmando un contratto che impegna il comune a pagare il lavoro dei progettisti anche se non riceve il finanziamento. Fatto.
IMPEGNO DI SPESA PER I PROFESSIONISTI ESTERNI – 13 AGOSTO 2014
Dotarsi dei software necessari per effettuare le indagini energetiche. Fatto (e non per pochi spicci: 16.300 euro)
IMPEGNO DI SPESA PER L’ACQUISTO DI SOFTWARE SPECIALISTICI – 2 DICEMBRE 2014
Ormai ci siamo, basta solo presentare il PAES entro la data di scadenza (2 febbraio 2015) ed è fatta.
Siamo all’epilogo di questa vicenda, il finale è certamente a sorpresa ma è drammatico.
Nessun PAES è stato presentato entro il termine ultimo del 2 febbraio 2015 e, dunque, non arriverà nessun finanziamento, come un lettore ha denunciato su CataniaLeaks. Restano i soldi spesi e gli impegni presi con progettisti e professionisti che andranno in ogni caso onorati.
Forse sarebbe stato il caso di uccidere l’orso prima…