Primarie Pd tra polemiche, dimissioni e denunce alla magistratura

Primarie Pd tra polemiche, dimissioni e denunce alla magistratura

PALERMO – Sono ben 415 i gazebo allestiti in tutta Sicilia per votare il nuovo segretario del Pd, un partito, che dopo i trascorsi che tutti ricorderanno, punta a tornare in campo, magari provando a riconquistare la “fiducia” dei cittadini.

Dall’ufficio stampa del Pd, intanto, fanno sapere che alle ore 14, i votanti sono stati ben 32.152; un numero alto di elettori, se si conta che per il segretario del Pd in Sicilia, Davide Faraone, l’obiettivo era di arrivare a 50mila votanti fino alla chiusura delle Primarie, prevista per le 20 di stasera.

Se da un lato, davanti ai seggi vi sono state lunghe file – almeno nella mattinata di oggi -, merito anche del bel tempo che ha permesso di mettersi in coda e andare a votare, dall’altro lato, le polemiche e le critiche non sono mancate. È il caso del capoluogo siciliano: a Palermo, infatti, diverse le lamentale sul numero insufficiente di gazebo. Nel Palermitano, e nello specifico a Capaci, il segretario locale del Pd avrebbe annunciato le dimissioni: il perché sarebbe da ricondurre alla mancanza di seggi nel paese della strage di Falcone. I votanti, infatti, per scegliere il nuovo segretario, devono recarsi fino a Carini. Il primo cittadino, Pietro Puccio, ha deciso di non andare a votare.

Non solo Palermo ma anche Enna: è proprio nella provincia siciliana, infatti, che si annunciano denunce alla magistratura. La questione sarebbe saltata fuori attraverso i segretari di circolo anche di Leonforte e Nicosia. I segretari chiedono accertamenti sulla responsabilità di quanti avrebbero fatto tessere del Pd fuori dai circoli istituiti e chiedendo, soprattutto, somme di denaro per aderire.

Martina, Zingaretti, Giacchetti: “Chiunque vinca – avrebbe dichiarato Matteo Renzi nelle scorse ore -, non dovrà temere da parte mia alcuna guerriglia, come quella che ho subìto io”. 

Immagine di repertorio