Il preside Pirrone: “Nessun obbligo per le prove INVALSI al Marconi”. Chiarito il senso della circolare.

CATANIA – Ogni anno, nel mese di maggio, puntualmente inizia una feroce protesta nei confronti delle tanto discusse prove INVALSI

Ma esattamente, cosa sono? Questi test, somministrati a tutti gli alunni di seconda e quinta elementare, prima e terza media e seconda superiore, dall‘Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (appunto, INVALSI), hanno lo scopo di rilevare la qualità di ogni singola scuola, per poter capire, qualora ce ne fosse bisogno, come e dove intervenire. 

Fino a qui tutto liscio verrebbe da pensare, allora perché tanto dissenso? 

Le motivazioni per cui vengono osteggiate, e conseguentemente boicottate, sono molteplici: in primis molti studenti non accettano di essere trattati come semplici numeri; inoltre i più scettici temono che queste prove possano creare un’inutile competizione tra gli alunni e che possano rendere più marcate le differenze fra scuole di “serie A” e scuole di “serie B”. Un altro problema, sollevato da molti, è che le INVALSI (essendo identiche per tutti gli studenti d’Italia) non tengano conto delle singole realtà scolastiche e territoriali.

Va sottolineato che gli studenti non sono obbligati a sostenere le prove ma che, spesso e volentieri, vengono costretti dai docenti che minacciano di sfruttarle come vero e proprio compito in classe. A questo proposito è arrivata nella nostra redazione una circolare dell’Istituto Tecnico Industriale Guglielmo Marconi con la quale, sostanzialmente, si sosteneva che gli studenti assenti il giorno delle prove (cioè ieri) sarebbero stati valutati negativamente sia sulle materie oggetto del test (Italiano e matematica) sia in condotta.

Siamo quindi andati a chiedere spiegazioni al preside del Marconi, prof. Ugo Pirrone.

Prevenire è meglio che curare – esordisce subito il preside –. L’anno scorso si era venuta a creare una situazione per la quale molti studenti si erano assentati in occasione delle prove. Il fatto di non andare a scuola rientra in una di quelle circostanze che un preside deve evitare che si verifichi. La forma di protesta non può essere quella di non venire a scuola, detto ciò nessuno ti obbliga a compilare il test”.

Se da un lato è vero che molti professori sono contrari a queste prove, ce ne sono altri che le reputano parte integrante della loro valutazione. C’è il rischio che un professore possa abbassare il voto di uno studente che ha deciso di boicottare i test? 

Assolutamente no, a scuola abbiamo il registro online, tutti i voti sono registrati e di certo un 8 non può diventare 6“.

In sintesi, chi vuole dissentire consegni il foglio in bianco e basta.

Svelato l’arcano della circolare, va ricordato a tutti gli studenti che, indipendentemente dal boicottare o meno, le invalsi non possono influire sulla valutazione del singolo studente è che quindi non possono essere utilizzate come compito in classe.