CATANIA – Donare il sangue è importante per noi e per chi ne ha bisogno. Si tratta di un gesto altruistico che a Catania così come in molte altre città siciliane e non, si mobilitano in tanti a mettere in atto. Chi dona è un eroe, poiché salvaguarda la vita altrui e lo fa deliberatamente.
A parlarci di questa bella forma di volontariato è proprio una donatrice, Monica Andò: “Per me donare è regalare una parte della mia energia a chi ne ha bisogno. Mi fa stare bene perché penso che con un piccolo gesto ho l’opportunità di salvare la vita di chi sta soffrendo garantendogliene una migliore. Lo dono da circa 18 anni, la donazione è totalmente indolore, gratuita e nel rispetto della privacy. Ogni volta che vado a donare compilo un questionario necessario per valutare la mia idoneità di donazione, che tra l’altro, dura pochissimi minuti. La gente deve donare, si tratta di un gesto di solidarietà poiché tutti potremmo avere bisogno di sangue. Da madre, vorrei che i miei figli da grandi avessero la mia stessa sensibilità, quando potranno spero di vederli donare, proprio come faccio io, per loro devo essere un esempio”.
Abbiamo inoltre posto delle domande per approfondire di più la tematica, al presidente Avis di Catania, Carlo Sciacchitano.
Quand’è nata la vostra associazione?
“L‘Avis di Catania è stata la prima associazione di donatori di sangue in Sicilia. Nacque nel lontano 1966, periodo in cui nel campo della donazione di sangue a Catania vi era il vuoto assoluto. Il sangue si vendeva come fosse ‘merce’ e quando si contattava un donatore, questo pretendeva un compenso in denaro, spesso non sostenibile dai familiari del paziente. In questo raccapricciante scenario, il prof. Ennio Romano ebbe il coraggio di fondare l’Avis. Da allora e grazie al suo esempio ne sono nate molte in Sicilia in concomitanza con altre numerosissime associazioni legate alla donazione di sangue. La nostra ha compiuto i suoi ‘primi’ 50 anni nel 2016″.
Come possiamo donare il sangue?
“Bisogna recarsi all’A.V.I.S (o altra associazione), in una sua qualsiasi Unità di Raccolta fissa (via Carini n. 36, Clinica Morgagni e Ospedale Cannizzaro) o mobile (autoemoteca). Il donatore, durante l’accettazione, viene invitato a leggere attentamente e a compilare un questionario da valutare con il medico. Quest’ultimo effettua la visita di controllo preliminare e verifica il livello di emoglobina del sangue, generalmente per puntura di polpastrello, onde verificare che sia normale. Successivamente un infermiere professionale sotto la responsabilità del medico, effettua il prelievo del sangue dopo che il donatore è stato fatto distendere su un’apposita poltrona-lettino. Il sangue defluisce spontaneamente sino a riempire una sacca di raccolta in cui sono già contenuti un liquido anticoagulante e altre sostanze utili alla sua conservazione ottimale. Prima che l’ago venga estratto vengono riempite alcune provette per l’esecuzione degli esami previsti dalla legge. Al termine della donazione (durata 5-6 minuti) il donatore viene invitato a rimanere disteso per qualche minuto, quindi può consumare la colazione offerta dall’associazione”.
È necessario ricordare che nelle ore che precedono la donazione è consentita una leggera colazione che però escluda i derivati del latte.
Consigli per i giovani che sono propensi ad intraprendere questo cammino?:
“Secondo alcuni dati recenti, il numero dei donatori in Italia sembra si stia progressivamente abbassando. Reclutare nuovi donatori è sempre più difficile e il ricambio generazionale ne risente inevitabilmente. Puntare sui giovani sin dalla scuola è fondamentale. Gli studenti sono un grande veicolo di formazione e diffusione di valori. L’Avis promuove nelle scuole ed Università non solo la donazione periodica come atto concreto per rispondere a un bisogno di salute, ma anche un percorso culturale e l’educazione a uno stile di vita sano ed equilibrato. Tutto ciò permette all’associazione di aumentare la sua penetrazione tra le nuove generazioni e veicolare messaggi positivi per incrementare la partecipazione dei giovani alla vita sociale. Quindi consiglio ai ragazzi di avvicinarsi al mondo della donazione di sangue proprio perché si tratta di un piccolo gesto, sicuro ed indolore capace di farci sentire persone migliori, renderci eroi”.
Ogni quanto tempo si può donare?
“Il numero massimo di donazioni di sangue intero è di 4 all’anno per l’uomo e di 2 per la donna in età fertile, con intervallo minimo di novanta giorni fra una donazione e l’altra”.
A partire da che età?
“Ogni individuo di età superiore a 18 anni e di peso superiore a 50 kg, può donare sangue o emocomponenti. Al momento della donazione si deve godere di buona salute, avere pressione arteriosa, frequenza cardiaca ed alcuni esami del sangue nei limiti normali, inoltre è fondamentale non aver malattie virali o infezioni come l’epatite virale di tipo B o C oppure l’HIV”.
Consigli per chi dona per la prima volta?
“La procedura è la stessa del donatore periodico (accettazione, colloquio e visita dal medico). Vi è solo una piccola differenza, invece di effettuare la donazione di sangue, l’infermiere professionale effettua il prelievo dal candidato donatore. Dopo circa 10-15 giorni, ovvero non appena l’AVIS riceve il risultato delle analisi dal laboratorio di riferimento e dopo aver verificato che i parametri ematologici siano nella norma, comunica al candidato se è idoneo o meno ad effettuare la donazione di sangue”.
Si riscontra una certa affluenza per donare il sangue?
“Nella nostra Associazione l’affluenza è in crescita grazie all’aiuto dei volontari e ad una massiccia campagna di comunicazione ma nonostante ciò, Catania ancora non è autosufficiente. È bene ricordare che il sangue utilizzato a scopo trasfusionale, è di esclusiva origine umana (non riproducibile in laboratorio), si tratta quindi di una risorsa terapeutica limitata e deperibile e, per evitare carenze, il sangue va utilizzato solo quando esista una precisa indicazione clinica. Praticamente tutto il sangue intero raccolto con le donazioni viene frazionato nei suoi emocomponenti nei servizi trasfusionali della regione. Tra gli emocomponenti, i concentrati di globuli rossi servono per correggere le gravi anemie di varia natura (nelle leucemie, nei tumori, dopo le emorragie, nella talassemia, ecc.), i concentrati di piastrine servono per tamponare o prevenire le gravi emorragie conseguenti a difetti del numero o della funzionalità di queste cellule, il plasma fresco per uso clinico serve per tamponare o prevenire talune emorragie conseguenti a difetti della coagulazione. Tra gli emoderivati, l’albumina è utile per correggere gli edemi diffusi conseguenti alle gravi insufficienze epatiche, le immunoglobuline si usano per contrastare le infezioni gravi, i fattori della coagulazione sono indispensabili per la cura delle emorragie che accompagnano la loro carenza o assenza congenita, come nelle emofilie. Quindi per avere disponibilità ai fini terapeutici è necessario che chi gode di buona salute ed abbia senso civico contribuisca alla donazione di sangue che ricordo, è volontaria, anonima e gratuita”.