“Morti perché potessimo vivere”: il prezzo della libertà dal nazifascimo nel ricordo dei caduti del “Catania British Cemetery”. LE FOTO

“Morti perché potessimo vivere”: il prezzo della libertà dal nazifascimo nel ricordo dei caduti del “Catania British Cemetery”. LE FOTO

CATANIA – “Grazie”, viene quasi spontaneo pronunciare questa semplice parola a bassa voce mentre si visita il “Catania British Cemetery“, il cimitero di guerra del capoluogo etneo, dove sono sepolti i corpi di 2139 appartenenti alle forze armate del Commonwealth caduti in Sicilia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Appartengono a inglesi, scozzesi, nordirlandesi, canadesi, australiani, neozelandesi, sudafricani e indiani, ma anche norvegesi. Alcuni recano il disegno di una croce, altri la stella di David, a indicare il loro professare la religione ebraica.

Tutti, al di là del sesso, della razza, del credo politico e della religione, hanno lottato per un obiettivo comune.

He died that we might live“, è morto per poter vivere. È la frase incisa sulla lapide di un soldato. Parole che accomunano il destino di quanti persero la vita per sconfiggere il nazifascismo, la cui memoria viene onorata ogni 25 aprile, anniversario della liberazione d’Italia. Morti per vivere ma, soprattutto, morti perché potessimo vivere. Vivere liberi: è questo il dono che chi è caduto in guerra ha lasciato in eredità.



Un dono dato troppo spesso per scontato. Eppure quelle lapidi, perfettamente allineate e in ordine, immerse in un luogo finalmente di pace, dovrebbero ricordarlo.

Chissà se quel sacrificio era presente nei pensieri della famiglia che per Pasquetta ha deciso di fare un pic-nic proprio tra i caduti di guerra. E chissà quanti lo onoreranno in una data che altrimenti rischia di essere solo la scusa buona per avere un giorno di vacanza in più.

Eppure qui, tra questi nomi e questi resti, non si può ignorare il prezzo (alto) della nostra libertà. E allora “grazie”, anche se con la consapevolezza che non esistono vittorie senza ombre.

Foto: Aurora Circià