Ludopatia, la nuova droga del XXI secolo

CATANIA – Negli ultimi anni la ludopatia colpisce sempre più ragazzi e adulti, tanto da poter essere definita la nuova droga del XXI secolo. Le persone si divertono provando il fascino del rischio, della possibilità di vincere, tuttavia diventano coscienti della dipendenza troppo tardi. Ecco come riconoscere i sintomi e curarli.

Per sapere di più abbiamo intervistato la dottoressa Valentina La Rosa, psicologa e psicoterapeuta.

Bisogna premettere che la ludopatia viene ormai considerata una psicopatologia, una nuova dipendenza che si sviluppa non a causa di una sostanza stupefacente bensì da un comportamento sociale non criticato dalla società. Tuttavia i sintomi, gli effetti e l’approccio al paziente sono paragonabili a quelli di un paziente dipendente da sostanze stupefacenti.

Chi soffre di ludopatia viene chiamato gambler e si riconosce per la sua ricerca di sensazioni forti come il fascino per il rischio e l’assuefazione dalla quale non può astenersi.

Quali sono le ripercussioni sulla vita sociale e familiare di una persona affetta da ludopatia?

Il gioco crea un guscio dentro il quale la persona si chiude per proteggersi – spiega la dottoressa La Rosa – e spesso capita perchè il soggetto non accetta la realtà e vuole evadere. Usa il gioco d’azzardo come mezzo per isolarsi non solo dagli amici ma anche dalla famiglia“.

Quando si prende coscienza di essere diventati dipendenti, di essere diventati gambler?

Il vero momento in cui la persona prende coscienza di ciò è quando si rende conto di avere gravi perdite economiche e debiti“. I giocatori d’azzardo non hanno inizialmente consapevolezza di ciò che accade, “più si perde e più si gioca“.

Si crea una dinamica perversa e si finisce per non vedere la realtà. Purtroppo, però, non sempre si può chiedere aiuto alla famiglia perchè vedendo una situazione di crisi decide di allontanarsi.

Come è possibile allora curare questa dipendenza?

Essendo una psicopatologia è necessario l’intervento di un professionista. Ultimamente stanno anche nascendo vari sportelli per chi non ha il coraggio di uscire allo scoperto e chiedere aiuto. “Le iniziative per la sensibilizzazione sono importanti e sono da lodare. Non bisogna comunque dimenticare che occorre dare supporto anche alle famiglie di chi soffre”.

Dato che oggi siamo una società 2.0, non c’ è bisogno di andare nelle sale gioco ma basta un click sul proprio Smartphone. Come influisce questa possibilità di giocare ovunque e sempre?

Questa estrema accessibilità al gioco aggrava sostanzialmente la situazione – conclude La Rosa -. Avere tutto e subito fa crollare i limiti e influenza negativamente. Senza questi limiti il gioco diventa accessibile a tutti quando e dove vogliono creando una situazione incontrollabile”.

Ormai la nuova tecnologia ha creato varie dipendenze: da internet, telefoni cellulari e shopping compulsivo. Sembra non potersi fermare.