Se solo potessi, vorrei avere uno di quei poteri magici che ti permetta di trasformarti in un’altra persona, in ciò che si desidera essere.
Ora che ci penso mi viene in mente un cartone animato degli anni ’80 dal titolo “Magica Emi”, dove una bambina, munita di un braccialetto magico alla parola d’ordine, si trasformava in Emi, una cantante di successo, bella e brava che era dotata di poteri straordinari.
Eppure, sappiate che, c’è chi magica, non proprio come Emi, lo è davvero. Ci sono artisti che salgono sul palco pensando di essere altre persone, indossando un’altra maschera, trovando la grinta di affrontare il palco e migliaia di fans.
Se dico Sasha Fierce, vi dice qualcosa? Se no, proviamo con Giselle Knowles, conosciuta meglio come Beyoncé, almeno così è molto più chiaro. Lei , che in un’intervista di alcuni anni fa dichiarò che Sasha Fierce è il suo alter ego,che prende forma quando lei stessa sale sul palco e dà vita alle sue esecuzioni, quelle che lasciano tutti sbalorditi, stordendo di piacere occhi e orecchie, di tutte quelle persone appassionate di musica r&b, quella vera, quella di un solo colore: NERA. Nata il 4 settembre del 1981, Beyoncé muove i primi passi nel balletto di scuola, prima come danza classica per passare al jazz. E fu proprio in questi lavori scolastici che fu scoperta la sua dote canora. Quando il maestro canticchiò una canzone e lei la finì toccando le note più alte del brano, lo lasciò elettrizzato come del resto fa tutt’oggi sulle note della bellissima “Halo”.
La sua carriera inizia come membro fondatore delle Destiny’s child, famoso e pluripremiato trio R&B, insieme alla cugina Kelly Rowland e alla cantante Michelle Williams. Successi come “No, no, no” del 2001 che fu la loro hit di debutto, alla frizzante e travolgente “Bootylicious”, “Say my name”, “Independent woman” (colonna sonora del film “Charlie’s Angels”), alla “Surviver”, titolo che dà il nome all’album e che le descrive delle sopravvissute al successo postumo agli albori.
Ma come succede spesso ai gruppi, verrà un giorno che anche loro decideranno di salutarsi e francamente diciamocelo: per noi non è stato poi un male,anzi… Beyoncé esplode in tutta la sua grinta. Come dimenticare di tutte quelle volte che ho cercato, ripetutamente, di imitarla nel balletto del video “Crazy in love”, a quando restavo ore a fissarla nel video del brano “Nauthy girl”dove è possibile scorgere quello che sarà il suo futuro marito, mi riferisco al rapper più ricco del mondo Jay-Z.
I suoi brani contano molte collaborazioni con nome del calibro di Shakira per il brano “Beautiful liar”, a “Baby boy” con Sean Paul, persino con la chiacchierata, non tanto per la sua musica ma quanto agli scandali, Lady Gaga per “Telephone”.
Affascinante, ammaliante, donna sensuale, proprio una di quelle che piace agli uomini, ma anche tenera e sensibile, come lo dimostra nel brano “If I were a boy” mettendo in risalto, ironicamente, ciò che farebbe se fosse nata uomo con le donne. Dichiaratasi da sempre femminista, descrive ansie e delusioni, che appartengono al mondo detto del “sesso debole” anche se di debole non hanno nulla, attraverso brani come “Best think I never had”, ”Run the world (girls)”e “Love on top”.
Secondo la televisione scozzese STV, Beyoncé risulta l’artista più pagata del mondo con esibizioni che hanno toccato cifre astronomiche, venendo persino nominata da “Forbes” la donna più ricca del mondo.
Di recente di cose sul suo conto se ne sono dette un po’. C’è anche di spergiura che la sua pelle nera col tempo e divenuta sempre più chiara, i suoi tratti sempre più perfetti. Persino i capelli da afro ricci, sono passati a lisci e che abbia fatto un patto con un demone per essere sempre al top.
Ma a noi poco importa. Piuttosto siamo felici che questa bella fanciulla sia atterrata nel nostro pianeta, perché ha veramente qualcosa di incredibile e di assolutamente sovrumano da regalarci con la sua musica, contornata dalle sue straordinarie esibizioni. La sua musa ispiratrice? Michael Jackson e chissà se ancora da dietro le quinte c’è il maestro a consigliarla. Per il resto “standing ovation!“.