Giudice Acagnino incontra i ragazzi dell’IC Diaz-Manzoni

Giudice Acagnino incontra i ragazzi dell’IC Diaz-Manzoni

CATANIA – Si è svolto ieri, all’Istituto Comprensivo Diaz Manzoni di via Plebiscito, un incontro tenuto da Marisa Acagnino, presidente della sesta sezione e giudice del tribunale di Catania, con i piccoli studenti della scuola media catanese.

Tanti temi delicati sono stati affrontati durante l’incontro, organizzato dall’associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta, uno tra tutti la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

È stata sottolineata più volte l’importanza di obbedire alla legge che deve essere considerata non un semplice “comando vuoto e fine a se stesso – come lo ha definito Marisa Acagnino – ma come un principio morale da rispettare in quanto tale“.

Parlando con i ragazzi, è sorto subito il problema della loro tutela: una parentesi approfondita è stata dedicata al fumo, alla droga e all’uso che se ne fa quotidianamente per le strade della nostra città, sotto gli occhi di tutti (anche dei più piccoli) e alla luce del sole, come se fosse una cosa normale cui più nessuno presta attenzione.

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«È un problema, quello delle dipendenzache i ragazzi avvertono molto vicino a loro nonostante se ne parli meno rispetto al passato. Qualche anno fa se ne discuteva tranquillamente, in famiglia e anche a scuola. Oggi invece questo argomento è considerato un tabù e se ne parla il meno possibile» ha detto il giudice Acagnino.

Altro nodo cruciale affrontato è stata l’eutanasia, una pratica illegale in Italia che viene punita con la reclusione per chi causa la morte di un’altra persona, anche in caso di consenso da parte di quest’ultima.

Prendendo come punto di riferimento la scomparsa di Dj Fabo, morto in Svizzera perché nel nostro bel Paese la legge sul biotestamento non è stata ancora approvata, i ragazzi presenti all’incontro hanno manifestato tutto il loro interesse verso questo recente fatto di cronaca parlando loro per primi dei dettagli e dei risvolti che questa storia ha generato in Italia.

Da qui si è arrivati al diritto alla vita e, di conseguenza, a quello di morte che (in quanto diritti universali dell’uomo e presenti in tale dichiarazione) devono essere sempre rispettati. E per far ciò deve necessariamente esistere alla base di ogni diritto umano una legge apposita che lo sostenga e che lo renda inalienabile.

«A volte sottovalutiamo i ragazzi – conclude il giudice – loro capiscono e apprendono molto. Basta saper usare il giusto linguaggio perché non arrivino informazioni fuorvianti».