Dottoressa violentata in guardia medica: “Lavoravo in un tugurio. Asp corresponsabile dello stupro”

Dottoressa violentata in guardia medica: “Lavoravo in un tugurio. Asp corresponsabile dello stupro”

PALERMO – Vuole giustizia Serafina Strano, la dottoressa di Trecastagni sequestrata e violentata per oltre 2 ore mentre svolgeva il suo lavoro nella guardia medica del paese etneo, in provincia di Catania.

Una giustizia che passa, non solo dalle azioni legali contro il suo aggressore, Alfio Cardillo, 26 anni, ma come lei stessa ha dichiarato nel corso di un convegno a Palermo sulla violenza contro le donne, per far luce sulle condizioni delle donne medico e sui rischi ai quali sono sottoposte nei luoghi di lavoro, anche contro i dirigenti dell’Asp, corresponsabili, a suo dire, di ciò che le è successo.

Usa parole forti la dottoressa Strano per descrivere il suo luogo di lavoro, definendolo un tugurio nel quale non aveva nulla, solo un lettino per le visite, fragile per di più, che non reggerebbe un paziente sovrappeso. Una condizione in netto contrasto con quella descritta dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, secondo la quale in quella guardia medica andava “quasi tutto bene“.

Il medico accusa le istituzioni di averla abbandonata e di non aver prestato importanza al suo caso. Anche il marito della dottoressa denuncia che nulla è cambiato nella guardia medica di Trecastagni, dove i dispositivi di sicurezza non sono sufficienti ad arginare una possibile minaccia. L’unico rammarico dell’uomo è di non aver potuto difendere la moglie, che descrive come una donna che ormai non ha più paura di nulla, perché quella notte credeva di morire.