CATANIA – Da un lato “mamma Etna”, dall’altro il mare della Sicilia. Due panorami mozzafiato fanno da cornice al One Day Music Festival: l’evento che, per numero di partecipanti, è diventato il secondo Primo maggio d’Italia.
Giallo come il sole che riscalda, anche quest’anno il One day tornerà ad infuocare, per la nona stagione consecutiva, la playa di Catania.
Che si tratti di uno degli appuntamenti musicali più attesi, lo conferma la grande richiesta non soltanto da parte dei giovani italiani, ma anche da quelli del resto d’Europa. Un traguardo di tutto rispetto, conquistato anno dopo anno, da chi ci ha messo impegno, sudore, fatica ma soprattutto tanta passione.
Parliamo di un gruppo di giovani coetanei, rappresentati da Marco Palazzolo, a cui abbiamo rivolto le nostre domande per portarvi “dietro le quinte” di un evento che è nato come “una giornata da passare in spiaggia insieme con amici e buona musica in sottofondo”.
“La passata edizione è stata quella ‘della conferma’, nonostante la pioggia abbondante, hanno partecipato al One Day circa 20 mila persone – racconta Palazzolo -. Quando abbiamo iniziato, non potevamo proprio immaginare un risultato di questo tipo, soprattutto se si pensa alle condizioni climatiche che ci remavano contro – dichiara Palazzolo -. L’obiettivo di quest’anno è superare quelle cifre da capogiro: credo che sia questa la realizzazione di un sogno”.
Ha le idee chiare Marco Palazzolo, che insieme con il suo gruppo organizzativo, da un anno all’altro, è passato dal dover trovare il modo di promuovere al meglio l’evento, al dover trovare il modo di accogliere al meglio migliaia di giovani.
“La svolta è avvenuta nel 2012, quando siamo passati da 4 mila a 8 mila presenze. Fino a pochi anni fa, si identificava la festa dei lavoratori unicamente con il Concertone a Roma, in piazza San Giovanni – afferma Palazzolo -. Ho ancora vivo in mente il ricordo di treni e autobus pieni di ragazzi emozionati che partivano alla volta della capitale. Oggi c’è stata un’inversione di rotta: per festeggiare tutti insieme si va anche al Sud, proprio qui, a Catania -.
Si tratta di una manifestazione che, come prevedibile, col tempo è cresciuta anche per il prestigio dei suoi ospiti. Sven Väth, Gemitaz, Asian Dub Foundation Sound System solo solo alcuni dei grandi nomi presenti nella line up di questa edizione.
“Quest’anno il grande filo rosso che percorrerà i tre palchi montati sulla sabbia, è quello della musica house tecno, in quanto protagonista principale sarà Sven Väth, disc jockey e produttore discografico tedesco – dice Palazzolo -. Su un secondo palco saliranno i main artist: Gemitaiz, Mama Marjas, Nitro, Kaos, Mungo’s Hi-Fi, Asian Dub Foundation Sound System, Audio. Il terzo, sarà dedicato agli artisti locali”.
È chiaro che risultati così prestigiosi non si raggiungono in un giorno, ecco perché ogni anno i lavori per l’organizzazione iniziano molto tempo prima.
“La preparazione del One Day, solitamente, inizia cinque mesi prima – asserisce Palazzolo -. L’entità dell’evento richiederebbe che tutto iniziasse anche molto prima, ma noi ci riduciamo sempre un po’ all’ultimo – aggiunge Palazzolo -. Nei mesi immediatamente precedenti la manifestazione, scatta il vero e proprio stress perché gestire tutto è diventato sempre più impegnativo e complicato: quando arriva il fatidico giorno, lo viviamo come il più bello, ma anche il più brutto dell’anno”.
Pubblico eterogeneo e target musicali sempre più ampi per una giornata da non dimenticare, come del resto sono tanti i momenti impressi nella mente del nostro interlocutore.
“Il momento che ricordo con maggior piacere e stupore l’ho vissuto nel 2015. Per la prima volta abbiamo usato un drone per scattare delle foto dall’alto e lì ho realizzato cosa eravamo stati in grado di creare: un fiume umano di gente giunta da ogni dove per divertirsi insieme con noi, quando stai sempre allo stesso livello delle persone non puoi renderti conto della moltitudine”.
È così che inizia il count-down prima che il sipario venga finalmente alzato. Grazie ad un gruppo di giovani che ci ha creduto, c’è Catania sulla bocca dell’Italia: questa volta per parlare di qualcosa di positivo.