“Archimede” occupato, le rivendicazioni degli studenti tra politica nazionale ed edilizia scolastica

CATANIA – Un istituto che abbraccia la storia delle città di Catania in una sinergia inscindibile di cultura e tradizione. Oltre un secolo di storia, per una struttura che, negli anni, ha formato decine di migliaia di periti, dirigenti, quadri e tecnici: questo è l’Istituto tecnico industriale “Archimede” di Catania.

Una scuola d’eccellenza il cui nome risuona tra le strutture scolastiche di maggior rilievo e che testimonia come il sistema scolastico non sia tutto “da buttare”.

Certamente, però, non mancano elementi di criticità e anche di un certo peso. Proprio per questo, da circa 8 giorni, gli studenti dell’Archimede, hanno deciso di occupare l’edificio e di autogestirsi.

 

Lorenzo Platania, rappresentante degli studenti, ci spiega i motivi che stanno alla base della decisione.

“Siamo stati accusati di aver chiuso le porte al dialogo e all’incontro – commenta Lorenzo -. Ci tengo a ribadire che questo non è vero. Siamo sempre aperti a discutere sulla questione ma vogliamo che le nostre voci vengano ascoltate. Abbiamo formalizzato delle richieste al dirigente scolastico, Daniela Vetri, ma non siamo stati ascoltati. Non si è mai vista a scuola da quando abbiamo preso la decisione di occupare l’Archimede”.

 

I ragazzi ci fanno notare, inoltre, che lo svolgimento di altre attività extracurriculari come corsi di formazione ed esami di abilitazione non siano stati, in alcun modo, osteggiati o addirittura sospesi.

“A testimonianza del nostro atteggiamento di apertura – prosegue Lorenzo -, non abbiamo messo paletti sullo svolgimento di tutte le attività che gravitano attorno all’istituto. Avremmo impedito a molte persone di sfruttare le tante occasioni che offre la nostra scuola e non avremmo mai potuto permette che ciò accadesse. I professori, i tecnici e il personale tutto, può accedere all’interno dell’istituto per tutte le loro esigenze. Stiamo gestendo la situazione con la massima apertura possibile e vorremmo che la stessa apertura ci venisse riconosciuta e restituita da chi di dovere”.

Un’aula adibita a “dormitorio” per il presidio notturno dell’istituto

Proseguendo il nostro “tour” all’interno dell’Archimede, gli studenti ci fanno notare qualcosa che ha dell’incredibile: lo stato in cui versano i locali del seminterrato.

Un’area completamente dimenticata, degna scenografia di un film horror. Una “scuola fantasma”, in totale stato d’abbandono con tanto di aule e materiale didattico in balìa di polvere, muffa e delle continue infiltrazioni di acqua delle pareti.

 

 

All’interno di aule e laboratori troviamo anche diversi macchinari dimenticati, ancora funzionanti ma abbandonati a loro stessi senza nessuno che si preoccupi di pulizia e manutenzione. Si tratta di strumentazioni di un certo valore economico che dovrebbero essere preziosi per gli studenti di un istituto tecnico industriale e che, invece, rientrano nella voce “sprechi”.

 

“Adesso spero sia chiaro il motivo per cui ci troviamo all’interno dell’istituto – conclude il rappresentante d’istituto, Lorenzo Platania -. Attendiamo risposte e non ci muoveremo da qui fino a quando non le otterremo, anche a costo di trascorrere le festività natalizie e il Capodanno qui dentro. Apriremo quando saremo nelle condizioni di poterlo fare”.