CATANIA – Nove è il numero di tifosi coinvolti nell’incidente di ieri mattina in località Polla di cui due, purtroppo, ancora in prognosi riservata. Questo è il triste bollettino di cui eravamo già a conoscenza e così di quella che doveva essere una bella avventura, come innumerevoli nel passato con l’ennesima dimostrazione di puro amore verso i propri colori, malauguratamente si è trasformata in altro.
Non era nemmeno una gara ufficiale quella a cui si voleva assistere, ma solo una passionale trasferta, di certo non dietro l’angolo, solo per testimoniare, anche in questo modo, ciò che da anni – decenni?- lo si urla dagli spalti nelle gare di campionato e non solo; sarebbe stata la milionesima dimostrazione di un reiterato attaccamento non come naturale conseguenza di una vittoria, ma di quel legame indissolubile che lo si rammenta, così come doveva avvenire ieri, alla prima occasione di osservare il nuovo che verrà, la dimostrazione di un amore che non lo si oblia a fine campionato, fosse anche di quelli che ti lasciano dentro un sempre più un acre sapore di fiele.
Un attaccamento da parte di veri tifosi che per questi colori non conosce limitati confini regionali, non esprime transitorie passioni figlie di vittoriosi eventi, a cui non interessa nessun carro dei vincitori su cui saltare, perché in primis non sono mai saltati giù da quello degli sconfitti, questo ondivago, puerile, modo di tifare lo si lascia ad altri, non gli appartiene.
Ragazzi sempre pronti in felina attesa per un balzo che possa permettergli di ammirare chi indossa i propri colori, fosse anche per un allenamento a centinaia di chilometri di distanza. No, non occorreva di certo questo triste evento per avvalorare ciò che già si conosce, ma ci sono istanti dove la vita ti offre il fianco per ribadire, stavolta senza diritto di replica, in quanti modi si possa amare un ideale a cui hai sempre creduto e tra i mille modi che il destino, tra perfidia e crudeltà, ha scelto per te, ieri di certo è stato il peggiore, adesso ci si augura che questi ragazzi siano più forti di lui: dovranno esserlo.
Cambia, com’è giusto che fosse, il programma del ritiro precampionato, si cancellano gli eventi tra lo sportivo e il ludico, si riscrive il tutto adeguandolo al triste contesto. Al rientro in sede della squadra, di certo, non sarebbero mancati argomenti per dimostrare l’impegno che dovrà dare questa formazione nel campionato che verrà, adesso comunque vada a finire – ci si augura nel migliore dei modi- avranno un motivo in più e di una valenza inestimabile: ricordatevelo il prossimo 24 agosto al primo tocco di palla e non dimenticatelo il 26 aprile all’ultimo tiro in porta, magari di quelli che potrà donare, per primo a loro, una maglia, non una semplice maglia ma di quella che profuma dell’agognato sapore di serie B. Sarebbe il mimino compenso per questo amore senza fine.