Teatro Stabile sommerso di debiti. Rotolo: “Situazione disastrosa, occorre un intervento straordinario”

CATANIA – La macchina del teatro Stabile si è inceppata. Le spie erano accese da tempo ma nessuno pare essersi preoccupato di farle spegnere.

Il danno ammonta a 13 milioni di euro (1,4 milioni di passivo solo nel 2015 ndr) e non c’è “meccanico” che possa riprendere in mano la situazione.

Non c’è riuscita l’amministrazione interna, figuriamoci quella comunale e quella regionale.

Intanto, mentre il debito “lievita” come un panettone natalizio, i dipendenti non percepiscono lo stipendio da ben 6 mesi.

È un’aria pesantissima quella che si respira allo Stabile.

All’incontro di ieri con i sindacati si è aggiunta la contestazione nei confronti dell’amministrazione comunale rappresentata dal’assessore alla Cultura, Orazio Licandro, al quale sono state mosse aspre critiche, soprattutto quando ha detto che il sindaco non sarebbe stato presente all’incontro per impegni istituzionali.

Criticato anche l’assessore regionale al Turismo, Antony Barbagallo, il quale ha precisato che “l’incontro non era stato concordato, né con me né con l mia segreteria”.

Barbagallo ha, poi, aggiunto: “Non parlerò della vicenda dello Stabile fino a quando gli ispettori non depositeranno la relazione”.

Le sigle sindacali hanno espresso la necessità di un contributo straordinario che permetta al teatro di ripartire e di sbloccare la questione degli stipendi.

“In un quadro debitorio del genere non si può che pensare a un intervento straordinario che possa risollevare le sorti del teatro ma per farlo è necessaria la collaborazione di tutte le forze in campo – commenta Rosaria Rotolo della Cisl -. La questione riguarda non solo i lavoratori, soggetti direttamente coinvolti, ma tutta la cittadinanza che rischia di perdere di un momento culturale di estrema importanza per l’intera collettività”.

“Per anni i lavoratori e gli operatori del teatro – prosegue – hanno segnalato anomalie nella gestione ed è mancata una programmazione dell’adempimento dei tanti, troppi, impegni economici assunti dal teatro. Adesso – conclude Rotolo – ci si trova a dover fare i conti con una situazione disastrosa”.

Marco Bua

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