La start-up Kanèsis colpisce ancora con “Un tappo per la ricerca”

La start-up Kanèsis colpisce ancora con “Un tappo per la ricerca”

CATANIA – Un grande stand posto lungo la via principale del capoluogo etneo durante una giornata di festa e tanti curiosi accorsi per accrescere le loro conoscenze sul mondo del green e dell’ecosostenibilità.

È questo un fermo immagine dell’evento “Un tappo per la ricerca, un tappo in meno per la terra” organizzato, la scorsa domenica, dall’associazione Kanèsis Canapa dell’Etna, in occasione della sua nascita.

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Muffin di farina di canapa, cioccolato con olio di canapa, birra  e cioccolato di modica arricchiti con i semi della pianta. L’obiettivo di Kanèsis è, appunto, valorizzare la canapa come risorsa ecologica ad ampio raggio nei settori più disparati: alimentare, agricolo, energetico, tessile. Inoltre, si occupa di promuovere la ricerca per lo sviluppo di biocomposti, biocarburanti e carta e altri prodotti industriali derivati dalla canapa.

In aggiunta a queste finalità l’associazione, come accennato, punta alla sensibilizzazione all’eco-sostenibilità, alla tutela del territorio e alle risorse rinnovabili scegliendo come trampolino di lancio proprio i tappi di plastica.

La giornata, ha registrato un grande successo perché ben accolta dai catanesi che hanno positivamente appoggiato l’iniziativa della “raccolta tappi”, tanto da arrivare a contarne 100 kg.

“Domenica è stata la prova che Catania è una città recettiva, pronta al cambiamento – dice soddisfatto il presidente e fondatore Giovanni Milazzo – Una città che ha bisogno soltanto di una goccia che faccia traboccare un vaso ormai pieno di degrado e abbandono all’inquinamento.
Quella goccia siamo noi di kanèsis e ora che abbiamo cominciato non ci possiamo più fermare”.

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L’iniziativa ha portato alla registrazione di decine di nuovi associati che sono stati piacevolmente colpiti dai 300 assaggi diversificati tra semi interi, semi decorticati… tutto rigorosamente bio.

Una scommessa di giovani ragazzi che puntano ad un mondo non soltanto più ecologico ma anche a risvegliare le coscienze, forse assopite, di chi, fino ad oggi, ha sfruttato il territorio rendendolo ai minimi termini.