CATANIA – Mezzo di socializzazione, crescita personale e sfogo: tutto questo può rappresentare lo sport e il rugby, oggetto di analisi e studio dello scrittore Antonio Falda.
Falda, 53 anni, è nato a Benevento, ma è cresciuto a Capoterra in Sardegna. Ed è qui che ha cominciato i suoi racconti dello sport della palla ovale all’interno delle carceri, con testi come “Novelle ovali – 35 piccole storie di rugby e di vita” o “FRANCO come il RUGBY”. Ma i suoi racconti non potevano fermarsi alla sua terra adottiva, così è stato spinto ad arrivare in Sicilia, per parlare della sua ultima realizzazione “Per la libertà – Il rugby oltre le sbarre”.
[wpvp_embed type=youtube video_code=ja_PZibEd_M width=670 height=377]
Nella Trinacria è stato ospite a Ragusa lo scorso 8 maggio e il 9 maggio a Catania, con l’analisi del sociologo Claudio Saita sulla vita penitenziaria e le soluzioni per migliorarla e renderla meno pesante. Fra i presenti c’era anche il presidente Federugby Sicilia Orazio Arancio.
Si è espresso così lo scrittore: “Quando finisco di raccontare ed esco dalle carceri ho sempre il desiderio di ritornare, rivedere posti e volti”.
Lo sport come terapia funziona.