“Nun ci cririri, ma guardati”, un viaggio tra le credenze e le usanze siciliane

“Nun ci cririri, ma guardati”, un viaggio tra le credenze e le usanze siciliane

CATANIA – Da sempre è conosciuta in tutto il mondo l’indole dei siciliani a credere nelle superstizioni “tramandate” da secoli. Alcuni tengono d’occhio tutto pur di cacciare i malocchi e portare con se sempre oggetti portafortuna; altri pensano siano solo leggende, eppure dicono sempre “Nun ci cririri, ma guardati“.

Dai corni rossi e ferri di cavallo, agli scongiuri per allontanare il malocchio, ecco alcune delle numerose credenze siciliane per allontanare la sfortuna.

Al contrario di come si pensa in tutto il mondo, in Sicilia, il venerdì è ritenuto un giorno molto fortunato. I bambini nati di venerdì, infatti, si crede non possano essere influenzati dagli spiriti maligni e soprattutto si pensa siano più forti e furbi. Inoltre, nell’antichità, le donne di Trapani conservavano le uova fatte dalle galline il venerdì Santo, mentre le donne palermitane avevano l’abitudine di recarsi alle lapidi dei defunti per sentire se i loro desideri fossero stati esauditi.

Con l’inizio del nuovo anno, tutti sperano di poter trascorrere un anno migliore di quello precedente. Dopo la famosa usanza di indossare a Capodanno l‘intimo rosso (altro simbolo di buon auspicio poiché il rosso da sempre è considerato il colore dell’energia, della forza, del potere, della passione e della fortuna), alcune superstizioni si vedono nei gesti di tutti i giorni.

Un esempio potrebbe essere portare in tasca un chiodo o un cornetto rosso, un vecchio ferro di cavallo oppure ancora cucire sui vestiti un nastrino rosso. C’è poi chi ancora usa un metodo molto divertente per allontanare la sfortuna, cioè sputare a terra per tre volte verso il “menagramo” (più conosciuto come lo “Iettatore”).

Già nell’antichità i Romani appendevano al muro, con le punte rivolte verso l’alto, un ferro di cavallo. La fortuna sembra derivi da due motivi: la forma a mezzaluna (simbolo di Iside) e il materiale. Il ferro era infatti un metallo a cui erano associate buone proprietà contro i malanni e il malocchio. Il suo “potere” si diffuse in tutto il mondo: anche per i Cristiani acquistò un significato di fortuna, poiché la forma ricordava la C di Cristo.

Infine, bisogna sapere che la trinacria, rappresentata sulla bandiera della Sicilia, è essa stessa un porta fortuna. Le tre gambe rappresentano i tre promontori dell’isola (capo Peloro a Messina, capo Passero a Siracusa e capo Lilibeo a Marsala), i serpenti simboleggiano Medusa, la dea greca che pietrifica coloro che vogliono male alla famiglia, e i fili di grano indicano fertilità.