Nicolosi, monastero San Nicolò: ottenuto accordo per scavi archeologici

NICOLOSI – Stamani, nel corso del convegno tenutosi nei locali del palazzo centrale dell’Università di CataniaCammina, cammina: etica e meditazione sul camminare” è stato ufficialmente annunciato il raggiunto accordo tra il Monastero di San Nicolò la Rena di Nicolosi, l’Ente Parco dell’Etna e la Sovrintendenza del Comune di Catania.

Il patto riguarda la possibilità di dar presto vita ad uno scavo archeologico il cui fine ultimo sarà quello di restituire ai fasti di un tempo il convento di San Nicolò la Rena. Al progetto di restauro prenderanno parte, secondo gli accordi siglati in mattinata, un’equipe di archeologi, tecnici, docenti ed insegnanti afferenti all’ateneo catanese.

Oggetto dello scavo archeologico saranno soprattutto i locali del sottosuolo. L’interesse per l’antico monastero scaturisce dal recente rinvenimento di alcuni reperti di fattura chiaramente medievale e, almeno in alcuni casi, rinascimentale.

Verranno poi realizzate delle opere di consolidamento e di messa in sicurezza delle parti meno stabili dell’edificio. L’attenzione riservata all’area occupata dal chiostro e dalla chiesa è invece motivata, oltre che dall’indiscutibile valore architettonico della struttura, dalla possibilità che offre questa zona di riscoprire  particolari ancora ignoti della vita e delle pratiche usualmente diffuse all’interno del convento.

Quest’ultimo sarebbe stato costruito intorno al 1100 e la sua originaria funzione sarebbe stata quella di offrire riparo ai religiosi infermi che provenivano dai vicini conventi di Malpasso (oggi Belpasso) e Santa Maria di Licodia. Nei secoli l’edificio si espanse a dismisura sin quando, i predoni e le colate laviche non spinsero i frati a trasferirsi nell’omonima sede di Piazza Dante (Catania). Ad incrementare l’interesse per questo luogo, purtroppo sconosciuto alla maggior parte dei catanesi, la consapevolezza che tra quelle mura soggiornò per un certo periodo di tempo la regina Eleonora D’Angiò.

L’importanza di questi scavi si riflette indirettamente sull’intera provincia di Catania. Lo si evince chiaramente dalle parole di Marisa Mazzaglia, presidentessa dell’Ente Parco dell’Etna che sostiene che “La sinergia tra gli enti è fondamentale per definire le azioni di tutela, sviluppo socio-economico e valorizzazione del Parco dell’Etna anche perché l’Etna non è solo un vulcano ed il suo territorio non è importante soltanto per gli aspetti naturalistici, ma è anche storia, economia, civiltà“.