CATANIA – Come ogni anno, rieccoci al periodo natalizio. Un momento per stare tutti insieme, festeggiare e giocare a carte!
Tra parenti e amici le sfide sono sempre molto accese e, in base al numero, si sceglie il gioco migliore e che (difficilmente) lascia tutti contenti. Ci sono quelli classici e quelli azzardosi: ma, in nessuno mancano le prese in giro e il divertimento.
Quella delle partite a carte è un’usanza tipicamente italiana e la Sicilia è una delle regioni con il maggior numero di tipi di gioco.
Tra i più famosi c’è sicuramente la briscola: questo gioco implica la presenza di almeno 2 persone, ma diventa più affascinante con più partecipanti. Ogni carta assume un valore e un punteggio diverso. Mentre uno dei quattro semi “comanderà il gioco”. Inoltre, la carta con il valore più alto batte tutte le altre.
Tipicamente natalizio, però, è il cucù: per questo gioco è necessario un mazzo di carte siciliane. Poi, ogni partecipante avrà la sua carta che potrà cambiare con il giocatore successivo. Attenzione però, chi ha il “Re” impedirà la scambio e dovrà dichiarare “Cucù”. La carta più bassa perde. In questo gioco esiste la variante del “morto”: esaurite le tre vite a disposizione, una persona può rientrare in gioco riuscendo a far parlare un concorrente.
Altrettanto famoso è il sette e mezzo: le figure (donna, cavallo e re) valgono mezzo punto, fatta eccezione per quello d’oro (o denari), a cui verrà attribuito un valore a scelta. Il mazziere dà una carta a testa e il concorrente decide se “chiamare” un’altra carta o “stare”. Lo scopo è quello di avvicinarsi al risultato di “sette e mezzo”: nel caso in cui si riuscisse a raggiungere l’obiettivo con due sole carte si parla di “sette e mezzo reale”. Quando questo accade, il partecipante può prendere le carte e diventare mazziere.
Più azzardosa, invece, è la “zecchinetta”, conosciuta anche come “lazichenecco”: il mazziere pesca una carta e la pone in mezzo al mazzo. Poi, estrae tre carte e le pone sul tavolo. Ogni giocatore fa la sua puntata su una carta. Di conseguenza, il banco comincia a girare le altre dal mazzo. Se ne pesca una del valore della sua paga i concorrenti. Se, invece, la carta è uguale a una di quelle sul tavolo, il mazziere prenderà la puntata. Si procede così fino ad arrivare alla carta a metà del mazzo, dando la possibilità di scommettere anche sulle altre pescate.
Infine, il gioco tra i più appassionanti e che non ha un limite di partecipanti: il baccarà, per cui serve un mazzo di carte francesi, perché senza numero e seme. Ci si divide in due parti, una alla destra e una alla sinistra del banco. Dopo che tutti hanno puntato, quest’ultimo provvederà a dare due carte per lato. Se la somma dei valori è “8” o “9” si girano le carte sul tavolo e si “batte”. In caso contrario, in base al punteggio ottenuto, si potrà chiedere una carta in più mettendo quelle che si possiedono una distante dall’altra: quindi si “apre”. Al contrario, se si pensa che il valore sia buono, si potrà “chiudere” incrociando le carte una sopra l’altra. Chi ha il punteggio più alto vince. In caso di parità, a differenza del “sette e mezzo”, la situazione e la puntata rimangono invariate.
Questi sono quelli più famosi, ma ci sono altri giochi, come il “tivitte”, il “piatto” o lo “chemin de fer”, una variante del baccarà.
Buon gioco e buone vacanze a tutti!
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