Muri come “tele bianche”, la street art a Catania raccontata da Demetrio Di Grado e Ligama – FOTO

Muri come “tele bianche”, la street art a Catania raccontata da Demetrio Di Grado e Ligama – FOTO

CATANIA – Arte: un mondo racchiuso in una sola parola, molteplici i modi di esprimersi. Basta poco per lanciare un messaggio profondo ed è possibile utilizzare, come “tela” anche semplicemente i muri delle città. Nasce così la street art, vuoi in forma di tag (“firma” del writers) o di sketch (“bozzetto” dell’opera).

Da distinguere, inevitabilmente, chi deturpa con scritte di ogni tipo e chi, invece, realizza delle vere e proprie opere d’arte che incantano chiunque le osservi. Passeggiando per Catania ci si può immergere in una vera e propria “galleria a cielo aperto” dove diversi artisti mostrano tutta la loro dote, mixata a una buona dose di passione. Realizzano, quindi, opere degne di nota, spesso anche associando messaggi sociali da non sottovalutare.

Demetrio Di Grado e Ligama: le loro opere in giro per la Sicilia (e non solo)

Ai microfoni di NewSicilia sono intervenuti due street art famosi del capoluogo etneo, entrambi seguitissimi sui social: Demetrio Di Grado e Ligama. Il primo, street collagist palermitano e calatino d’adozione, ha dato vita – tra i tanti lavori – alla cosiddetta “via degli artisti”, corrispondente a via San Michele a Catania; il secondo, invece, catanese, si è concentrato sia sul quartiere di San Berillo, donandogli una “nuova configurazione” e, tra i tanti, anche sul lungomare di Catania. Ma non è tutto.

Nello specifico, Demetrio Di Grado ha lasciato un segno in diverse parti della Sicilia: “Come spiegato, via San Michele di Catania ha accolto i miei interventi dal giorno zero, è casa San Michele Art Power! Il resto va da sé, con eventi e commissioni. In Sicilia, da marzo a novembre, grazie al clima puoi partecipare ai festival che sul territorio ogni anno si organizzano. Grotte e Sciacca – sarò di parte – ma sono pezzi di cuore. Porto Empedocle una nuova scommessa. Palermo il mio tributo a Banksy ha la sua collocazione tra le due sedi espositive della mostra. Favara – Farm Cultural Park un sogno nel cassetto realizzato. Ragusa è Festiwall e dal suo solco Bitume Project, un’esperienza unica“.

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Anche Ligama ha abbellito Catania in primis e poi altre parti d’Italia e del Mondo con le sue opere: “Il lavoro più prestigioso a Catania si trova all’interno del Palazzo della Cultura, nell’atrio del Cortile Platamone; il più visitato è forse il Poseidon sul Lungomare, il più sentito dalla gente sono i quattro liotri sparsi nelle quattro piazze (forse) principali della città. In Sicilia ho realizzato davvero tanti interventi, non saprei stilarne una classifica, anche perché cerco di dare sempre tutto me stesso in ogni opera. Certo ci sono quelli più riusciti e quelli meno, ma non è un giudizio che spetta a me. All’estero finora ho realizzato un paio di lavori in Croazia ed uno molto importante in Russia, grazie all’Istituto Italiano di Cultura a Mosca e al Consolato Italiano. Quest’anno sarebbe stato quello dei festival internazionali, ho ricevuto chiamate da festival in Francia, Svizzera e Germania che, per ovvie ragioni, sono saltati. Spero sarà per l’anno prossimo”.

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Dalla passione al mestiere

Una passione che diventa un mestiere, come una “chiamata” alla quale i due artisti hanno risposto, con tempi e modalità differenti. “La mia passione nasce nel 1994 quando la cultura Hip Hop ha invaso la mia vita, i primi anni del writing, del rap, degli scratch su un disco e dei breaker che giravano sulla schiena nuda. Sono cresciuto così, poi negli anni un’evoluzione naturale mi ha portato a fare e ad essere quello che sono oggi. La comunicazione è la base della mia ricerca stilistica, i miei soggetti hanno sempre qualcosa da dire. Attraverso quelle immagini e le parole che, dall’ottimismo al cinismo tagliano il volto di chi le pronuncia, resta un messaggio da voler condividere in questo presente. Valore del passato contestualizzato e attualizzato“, prosegue così la nostra chiacchierata con Demetrio Di Grado che realizza delle opere a metà strada tra manifesti, murales e collage, con la particolarità che i suoi soggetti hanno gli occhi oscurati da scritte o hashtag.

Per Ligama, invece, il percorso è stato leggermente diverso: “Forse è stata la street art a venire da me, una serie di coincidenze, eventi e stati d’animo si sono concentrati a Catania più o meno cinque anni fa. Lo studio iniziava a starmi sempre più stretto e la strada diventava sempre più affascinante. Vedere cosa riusciva a fare questa nuova generazione di pittori sulle facciate dei muri mi ha dato una seconda vita e mi sono detto: ‘Voglio farlo anch’io!’“.

L’ispirazione e i soggetti al centro delle opere

La domanda forse più gettonata risiede nel sapere esattamente da dove gli artisti traggono ispirazione e quali siano i soggetti al centro delle opere da realizzare. Ligama ci ha detto: “L’ispirazione forse non esiste; c’è una ricerca continua e costante, un chiodo fisso, ogni pensiero è finalizzato alla creazione artistica. Magari capita, soprattutto quando sei distratto, un’illuminazione, ma è quasi come avere quel lampo che risolve un problema a cui stavi da tempo lavorando. Ecco questa è la sensazione. Cerco di farmi incantare dalla vita e dalle storie, dalla storia e dal pensiero filosofico, dal genius loci che ogni posto che visito custodisce“.

Poi continua: “L’arte o è arte o non lo è. Non esistono per me le settorializzazioni anche se ne capisco la necessità soprattutto per una migliore fruizione. Un vero artista lavora con il pennello, con la pietra, con il video, con il sangue, con il pensiero e il cuore, il luogo è un po’ come il supporto, non è importante in fin dei conti. Sicuramente la forma ne risente, ma il risultato dovrebbe essere lo stesso, tra un quadro e un muro“.

Fare arte per strada ha un significato ben preciso per Demetrio Di Grado: “Vuol dire contestualizzare ogni singolo elemento della propria tecnica, nel paesaggio urbano ed extraurbano senza stravolgerlo del tutto. Armonizzare e cristallizzarlo lì, come se ci fosse sempre stato“.

Utilizzo carta poster, vinilica e vernice spray e, con la combinazione di questi elementi, creo i miei manifesti introspettivi. Ho un vasto archivio di riviste dove reperisco le immagini. Donne, uomini, bambini dove la figura è sempre al centro e, infine, una frase sugli occhi a chiudere il senso, a lanciare una provocazione, a proporre una riflessione. Occhi che parlano. La mia firma. I luoghi dipendono dall’offerta in strada“, aggiunge l’artista.

Progetti futuri

E il futuro? Assolutamente inaspettato e incerto per chiunque, ma ci sono dei punti fermi. A tal proposito, Demetrio Di Grado ha concluso: “Dipende dall’evolversi della situazione emergenziale in atto, se tutto resta invariato a fine ottobre sarò a Palermo: per dei nuovi muri, una vetrina d’artista presso Bisso Bistrot con la presentazione del libro sulla mia carriera ‘ERAVAMO PURI SENZA PRETESE’ edito da Bisso Edizioni per la collana Riviste e una collettiva nello Spazio Almareni. Se il lockdown non blocca gli spostamenti, a fine novembre la mia personale con una nuova serie composta da 40 collage su carta e su tela presso la Galleria Rosso20sette a Roma. Tutti progetti curati da Francesco Piazza“.

Ligama pure ha delle idee per il futuro ma poi ha aggiunto: “Ogni giorno è un’incognita… per questo è così bello!“.

Fonte immagini: Instagram – Demetrio Di Grado; Instagram – Ligama