Libri, “Mamma a modo mio” di Sarah Donzuso racconta la maternità in tutte le sue forme

Libri, “Mamma a modo mio” di Sarah Donzuso racconta la maternità in tutte le sue forme

CATANIA – Arriva nelle librerie e in tutti i digital book store il nuovo romanzo della giornalista catanese Sarah Donzuso. “Mamma, a modo mio“, Algra editore, è il naturale seguito del primo romanzo “Da sempre e per sempre”.

L’autrice in questo secondo lavoro affronta il tema della maternità smontando i tanti, troppi, luoghi comuni che affollano l’universo femminile, ampliandone i confini senza circoscriverli o codificare la femminilità della donna entro determinati schemi e limiti ma liberando la concezione di madre nella più alta e libera espressione del suo significato.

 

Come cambierà e crescerà Adele, la protagonista, in questo suo secondo libro?

Adele è ‘cresciuta’, permettetemi di usare questo termine, ha chiuso il capitolo più doloroso della sua vita, ha affrontato un processo – così come si legge nelle prime pagine del nuovo libro – e adesso è proiettata verso un nuovo presente. Incurante anche del futuro vuole viversi l’adesso, circondata dagli affetti più cari che sono certezza e porto sicuro. È una donna più matura, con nuove consapevolezze, che si ama di più e che ama di più. E che, finalmente, permetterà all’amore di entrare nella sua vita. Ma un nuovo amore porta con se tanto e non a tutto, forse, si è pronti“.

Si affronta un argomento importante come quello della maternità. Come vive Adele tutto questo?

Adele, sin dal primo libro ‘Da sempre e per sempre’, è stata chiara: lei non vuole figli e spesso viene giudicata per questo, perché per la “società” una donna deve essere madre. Restringendo – a mio avviso – questo concetto al parto mamme si può essere in moltissimi modi e Adele forse troverà il suo. Ogni giorno ognuno di noi è ‘mamma’: degli amici, dei nipoti, dei genitori… L’importante è trovare la strada che renda felici!“.

Il romanzo si districa in un terreno molto delicato e sofferto per molte donne ed è in un certo senso anche un aiuto psicologico verso i tanti luoghi comuni a cui mogli, figlie, sorelle, cugine ed amiche sono sottoposte. Come si può abbattere questo muro di cattiveria che spesso e volentieri avvolge le donne?

Spesso ci sentiamo dire ‘se non sei mamma non puoi capire’: forse è vero, ci mancherebbe. Non essendo mamma non so cosa prova una mamma. Ma il problema è che spesso le altre persone – soprattutto donne e madri – non capiscono cosa si provi a non essere madre, è come se si dimenticasse cosa si era prima di essere madri e si è pronti a giudicare una donna perché non vuole figli, perché non ha figli, perché non può avere figli… perché la colpa è sempre della donna. Ma per fare i figli servono due persone e a volte può anche essere colpa dell’uomo se una coppia ha difficoltà a mettere al mondo dei figli. Poi ci sono quelle mamme di cuore, così come scrive Katia Scapellato nella postfazione, e sono mamme che, anche se non hanno partorito, hanno scelto comunque di essere madri, forse in una delle manifestazioni più elevate dell’amore. Non possiamo chiudere tutto in degli stereotipi ma occorre andare oltre, inseguendo la propria felicità che può anche non coincidere con l’essere madre e non vuol dire essere persone orribili“.

La cronaca fa emergere quotidianamente storie di madri assassine come l’omicidio della piccola Elena Del Pozzo o quello di Diana la bimba di 16 mesi morta di stenti a Milano. Donne che hanno partorito ma non sono madri. Spieghiamo da giornalista e da autrice di un romanzo così delicato che ogni donna potrebbe essere madre anche senza aver dato fisicamente alla luce un figlio.

Nel mio libro affronto anche le varie forme di maternità. Mamma non si è solo quando si mette al mondo un figlio e non lo si è perché lo si partorisce. Nella dedica iniziale mi rivolgo, infatti, a quelle donne che mamme lo sono anche se non hanno stretto un bambino al petto. Sono le mamme che prendono in affidamento o in adozione un bambino, sono le donne che sono ‘mamme’ dei propri nipoti, degli amici e dei genitori ad un certo punto della vita. La ‘mamma’ si prende cura di qualcun altro. Ebbene, gli esempi che hai citato sono di donne che non hanno saputo prendersi cura. Però mi chiedo, e lo chiedo ai tuoi lettori: la società non ha nessuna colpa? Forse la società non ha saputo ascoltare alcune grida di dolore che proprio da queste donne sono state lanciate. Ormai ci giriamo troppo dall’altra parte e non riusciamo più ad ascoltare ma siamo pronti solo a condannare. Queste donne vanno condannate, senza ombra di dubbio, ma chiediamoci se noi potevamo fare qualcosa prima che loro arrivassero a compiere un gesto così estremo“.

Adele somiglia a Sarah Donzuso o Sarah Donzuso somiglia ad Adele? Quanto c’è di lei nella protagonista?

Adele fa cose che Sarah vorrebbe fare come correre, io sono molto pigra. È più intraprendente rispetto a me, guida la moto (cosa che io avrei voluto imparare a fare). In Adele ho trasferito il mio amore per gli amici, la voglia di volersi donare agli altri come l’importanza dell’ esserci sempre per le persone in generale e per gli amici in particolare, che sono la famiglia con legami invisibili per una speciale rete di sicurezza. Adele e Sarah, entrambe sono rinate!“.

Mamma, a modo mio è un romanzo che parla di donne ma tenta di educare anche gli uomini. Cosa resta, secondo lei, nel lettore dopo aver letto il libro?

È un libro il cui significato non arriva sempre immediatamente. Serve, forse, rileggerlo per andare oltre l’apparenza, anche perché non sempre tutto è come appare, anzi… Gli uomini sono più ‘fortunati’ perché non verranno giudicati se diranno che un figlio non lo vogliono, mentre alle donne capita spesso di subire giudizi. Ma in generale uomini e donne potranno fermarsi a riflettere sul variegato mondo dei sentimenti e degli stati d’animo“.