CATANIA – Sono innumerevoli le leggende che si narrano sul conto dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. Nel corso dei secoli, i racconti esposti in forma orale e scritta si sono tramandati fino ai giorni nostri e continuano tutt’ora ad affascinare chi li ascolta.
Uno di questi coinvolge direttamente il grande calderone magmatico della Sicilia e mischia inevitabilmente mitologia, religione e superstizione. Secondo antiche narrazioni, l’Etna sarebbe la residenza di Satana, entità spesso identificata nella figura dell’angelo decaduto dopo aver tentato di detronizzare Dio e indicato come il Signore del male.
La porta degli inferi e altre leggende
Stando ad altre versioni, proprio l’Etna rappresenterebbe l’accesso naturale agli inferi. Una visione leggendaria maturata nel corso del tempo a causa della natura tumultuosa del vulcano, sovente protagonista di eruzioni maestose e tra le principali cause di distruzione nell’area orientale dell’Isola.
Altrettanto nota è la storia, secondo la quale, lo stesso Lucifero avrebbe celebrato le proprie nozze sull’Etna. Qui avrebbe inghiottito il corpo di una giovane all’interno di una delle tante grotte disseminate lungo i declivi frutto di secolari fuoriuscite laviche e del loro successivo raffreddamento.
La lotta tra Satana e San Michele
La storia più affascinante, che ripropone l’eterno dualismo tra bene e male, è quella che contrappone il diavolo a San Michele Arcangelo e citata persino nel capitolo 12 del libro dell’Apocalisse. Come detto in precedenza, Lucifero era desideroso di spodestare Dio nel regno dei cieli. Quest’ultimo, nell’intento di frenare la scalata del cherubino ribelle, ordinò a Michele di combatterlo.
Iniziò così uno scontro che potremmo definire senza esclusione di colpi. Il diavolo, dalle sembianze di un enorme serpente, sarebbe sfuggito alla spada di Michele Arcangelo e avrebbero deciso di rifugiarsi proprio nelle viscere dell’Etna, accedendovi dalla bocca principale.
La piuma dell’Arcangelo
Il riparo, però, non sarebbe servito a molto. L’Arcangelo avrebbe facilmente scovato Belzebù e lo avrebbe trapassato con la sua arma. La Bestia, ferita nel corpo e desiderosa di vendetta, sarebbe rimbalzata fuori dal vulcano causandone l’eruzione e spingendosi in direzione del suo antagonista. Nella concitazione, sarebbe stato capace strappare una piuma dalle ali di San Michele per poi scappare via.
Durante la sua fuga, tuttavia, il demonio avrebbe smarrito il suo “bottino”. La piuma sarebbe precipitata verso la terra, cadendo nella città di Caltanissetta. La leggenda vuole che tale piuma sia stata a lungo conservata per poi scomparire misteriosamente, forse richiamata dal Paradiso.