CATANIA – Sfilano per le strade della città etnea con i loro indumenti bianchi e un velo che fa trasparire i lineamenti del viso.
Sono le “ntuppatedde“, figure femminili di fine ‘800 che, secondo un’antica tradizione, rappresentano quelle donne catanesi che in occasione dei festeggiamenti di Sant’Agata nei giorni 4 e 5 febbraio girovagavano per la città avvolte in un mantello scuro per non farsi riconoscere. Una consuetudine messa in disparte per tanti anni e recentemente tornata in auge.
In occasione delle loro “incursioni” per il capoluogo etneo, le ‘ntuppatedde ricevevano regali e omaggi da parte di corteggiatori. Si trattava, comunque, di un fugace “strappo alla regola” poiché al tempo erano davvero pochi i diritti concessi alle donne.
A nessuna, infatti, veniva concesso di camminare liberamente in assenza del compagno o, comunque, di una figura maschile accanto. Un enorme paradosso, se si pensa che le celebrazioni agatine vogliono rende omaggio a una donna, com’è la Patrona di Catania, che da sola ha saputo ribellarsi ai soprusi del proconsole Quinziano.
Oggi le ‘ntuppatedde non si vestono più di nero e sfilano per le strade catanesi vestite del loro candido manto e intendono coinvolgere tutti i cittadini nel segno dell’emancipazione femminile, condizione ancor oggi minacciata dai “Quinziano” di turno.
Si ringrazia per il contributo fotografico Andrea Dipasquale