La vita di un persiano ai “Corti in cortile”

La vita di un persiano ai “Corti in cortile”

CATANIA –Sono Babak Monazzami, persiano“, inizia così il documentario della giornalista Clementina Speranza che verrà presentato al Palazzo della Cultura di Catania, all’interno della manifestazione “Corti in Cortile”, alle ore 17 di sabato 16 settembre. Data che coincide con l’anniversario della morte di Mahsa Amini, giovane uccisa dalla polizia morale iraniana.

Il documentario racconta la storia di un giovane iraniano che ripercorre la sua vita partendo dal ricordo della guerra tra Iran e Iraq. Babak aveva tre anni durante i bombardamenti degli aerei iracheni, quando con la sua famiglia si rifugiò sulle montagne. Le stesse montagne che oggi non può più rivedere se non in sogno. La sua vita inizia scappando e rifugiandosi. E prosegue così, perché in Iran l’esistenza è ingabbiata in regole ferree che penalizzano e annullano la libertà e giustificano le crudeli repressioni che inducono Babak a fuggire. È l’Italia il Paese che lui sceglie. È a Milano che inizia la sua nuova vita ed è finalmente felice. Ma anche da Milano sarà costretto ad allontanarsi. 

STAI FERMO LÌ” si chiama il documentario, come la canzone di Giusy Ferreri per cui lui ha interpretato, durante il periodo milanese, un video musicale. Nel documentario Babak Monazzami, rievocando il giorno della registrazione afferma che questo titolo è il leitmotiv della sua vita: da una parte lui scappa e dall’altra “sta fermo lì”. 

STAI FERMO LÌ” è un documentario con taglio giornalistico in cui un ragazzo persiano, Babak Monazzami, racconta la prima parte della sua storia: la sua vita in Iran e in Italia. “Ho deciso di non comparire nel filmato affinché l’attenzione rimanesse sulle sue parole, sui suoi racconti – afferma Clementina Speranza –. Non è stato facile eseguire le riprese, l’emozione ha interrotto numerose volte il girato. Il ripercorrere i ricordi cruenti e tragici, o sentimentali, sui propri cari, impediva al protagonista di proseguire“.

Obiettivo del documentario non è solo quello di risvegliare la coscienza del pubblico, ma anche di ricordare quale sia il prezzo che il silenzio può esigere. È un invito a non chiudere gli occhi verso chi è dovuto scappare dalla propria terra anche se mai l’avrebbe voluto. 

Il documentario è in finale, tra i primi 3 della sua categoria, al Nostalgia Film Festival di Milano ed è stato selezionato anche per il festival HIIFF Heart International Italian Film Festival di Bologna.