Comunicare il proprio mondo interiore con la poesia: duplice vittoria per il catanese Dario Scardaci

CATANIA – Dentro di noi c’è un mondo, a tratti inesplorato, complesso e incomprensibile a chi non riesce a fare uno sforzo in più. Quel che è certo è che, in qualche modo, deve venire a galla. Una sorta di necessità, un bisogno impellente che porta a far emergere ciò che “coviamo” nel profondo.

Ecco che c’è chi si esprime con l’arte, il canto, la danza ma anche la scrittura. Questo è il caso di Dario Scardaci, giovane promessa del mondo della poesia catanese la cui mano corre veloce di pari passo con le sue emozioni.

“Un quadro di parole che prende vita”

La poesia è uno stato d’animo in cui si manifesta la nudità del cuore di uno scrittore. Per me è come un quadro di parole che prende vita facendo immedesimare soggettive sensazioni a ogni lettore diverso“.

Inizia così la nostra chiacchierata con Dario, intervenuto ai microfoni di NewSicilia.

È la pura espressione di una immensa sensibilità, quindi non ho mai letto poesie ‘brutte’ e non credo che ne esistano“, aggiunge.

Poesia come liberazione e terapia

Ogni cosa può costituire spunto per riflessioni, rime, frasi scritte nero su bianco – inizialmente anche a caso – ma che poi acquistano un senso e prendono forma. Quella giusta.

Mi ispiro al mio passato che talvolta si presenta tra gli anni migliori, oppure ai momenti più dolci e amari. Ma anche tramite gli umori di un amico o di un fiore cresciuto sul ciglio di una strada“, racconta.

Conforto e cura dai “mali” del mondo, la poesia riesce a farci vedere tutto con occhi diversi, dimenticando – anche solo per un attimo – i problemi quotidiani e la pesantezza dei giorni.

La poesia è sia liberazione che terapia: liberazione per i momenti che divengono distensivi; terapia per la salute del cuore. Scrivendo si ha la sensazione di volare alti sopra le grigie nubi“, confessa Dario.

“Fiori diversi” e “Amor Fatal”

E quando la penna inizia a scrivere, non c’è modo di fermarsi. Il nostro intervistato ha scritto circa un centinaio di poesie, tra le quali 50 fanno parte della sua raccolta “Fiori diversi”, in cui ha avuto l’onore di partecipare alla prefazione di Aldo Piro, giornalista e scrittore.

Ma il feedback all’esterno è sicuramente positivo, dato che Dario ha vinto – l’anno scorso – il concorso Memorial “Mariano Ventimiglia” con “Amor Fatal“.

Premetto che ogni poesia ha un significato diverso e tutte hanno un legame che è susseguito da similitudini e nostalgie. In particolare, poi, in ‘Amor Fatal’ ho voluto evidenziare il lato ossessivo di un amore malato che nei suoi difetti può avere tante sfaccettature“, spiega.

Le foto della premiazione

Ecco alcuni momenti della premiazione:

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Il testo di “Amor Fatal”

Ricorda che l’amore fatal ti è.
Attraversa i cuori più veloce dei suoi battiti,
attraversa le menti più veloce dei proiettili,
impicca diversi poeti, cantautori e disperati eroi.
Amarlo è un rischio,
Odiarlo è peggio.
Ti corroderà dentro sempre più con le sue radici,
fino a quando farà sbocciare una splendida rosa nera al centro del cuore.
E sarai costretto a innaffiarla ogni giorno,
ogni attimo,
in ogni istante,
fino a quando le sue radici usciranno dalle tue orbite.
E appassirà te.
Ti amerà a modo suo.
E se ti amerà molto, sarai la preda perfetta.
Non gli sfuggirai.
E lo amerai da morire.

Ancora una vittoria

Ma non è tutto: Dario Scardaci ha vinto anche quest’anno il XVII Memorial “Mariano Ventimiglia”, concorso di arte visiva e letterario con la poesia “Cos’è l’amore?”. Proprio ieri si è svolta la premiazione.

È un inno alla vita in tutte le sue sfaccettature, dal fiore all’universo. Per me questa poesia – che fa parte della raccolta ‘Fiori diversi’ è qualsiasi cosa si possa prendere a cuore“, riferisce il nostro intervistato.

È stata una grande emozione per me vincere, una gioia inaspettata. Tra l’altro il concorso sta andando a espandersi sempre più a livello nazionale, quindi è motivo ancora di più di grande orgoglio“, prosegue.

Le foto della premiazione

Ecco alcuni momenti della premiazione, in compagnia anche del direttore del Circolo letterario “Pennagramma”, Mario Cunsolo:

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Il testo di “Cos’è l’amore?”

Cos’è l’amore?
Mi è stato chiesto: cos’è l’amore?
L’amore è saper vedere l’oro sotto un vecchio manto a macchie.
Un fiore,
un cane,
due amici al caffè.
Lei.
L’amore è una via che prendi per poi intraprenderne altre e ti perdi.
È un punto di vista.
Roba di tanto conto.
Tutto.
Una maestra che insegna a vivere,
un’ubriaca che ti chiede di baciarla,
una madre che rimprovera i suoi figli,
un mercante che ti compra per pochi spicci,
un coraggioso che chiede aiuto,
un giocoliere che ti confonde,
uno schiaffo al cuore,
un sorriso pieno di parole,
una follia sopra l’universo.
Tutto.
L’amore è una musica che suona dentro e la canti fino a quando rimarrà.
Corde di violino che fan ballare l’anima.
Mi è stato chiesto: cos’è l’amore?
Ed io ho risposto: sei tu.
Tu sei il cuore dell’amore.
Guarda i sensi dell’esistenza.
Scopri una verità che esiste,
che cerchi,
che trovi,
che crei.
L’amore è l’odio di non volere amare, ma ami.
Non è colpa tua.
Ti metterà alla prova in situazioni praticamente disperate.
Sotterrato da sogni insormontabili,
soggiogato tra le sberle e le paure,
isolato tra le urla e i desideri.
L’amore è malattia.
Un malato di canzoni,
un malato che sta bene,
un malato che non dorme,
un malato bello coi suoi giorni e il tramonto che scende giù, non risale più.
L’amore è l’amaro sorso del vino che ti addormenta ridendo nell’abbandono che ti dai.
Un vagabondo che fa il giro dell’universo in un secondo,
un vecchio che si fa piccolo davanti ai suoi ricordi,
un cieco che rincorre la sua luce.
Mi è stato chiesto: cos’è l’amore?
Lo incontro tutte le sere puntuale sul cammino d’ogni passante diverso,
o su quest’inchiostro,
o alzando gli occhi guardando quella stella.
So arrivarci, sai?
È un segreto che puoi ben dire.
Mi è stato chiesto: cos’è l’amore?
L’amore è tutto.
L’amore è amore.
L’amore è Dio.

“La chiave siamo noi”

E ancora: “Ogni lettore mi ha riferito sensazioni diverse in base al proprio modo di interpretare una frase afferrata. Infatti credo che la poesia sia la porta che apre diversi infiniti e la chiave siamo noi“.

Dario vola alto con la scrittura ma resta sempre con i piedi per terra per quanto riguarda i progetti futuri. “Non mi reputo molto ambizioso, porto sempre con me una valigia leggera con dentro il minimo indispensabile“.

Cos’è, dunque, la poesia? 

Rispondiamo a questa domanda citando August Strindberg, drammaturgo, scrittore e poeta svedese: “Non è la realtà, ma più della realtà… Non è un sogno, ma sognare da svegli”.