CATANIA – Ieri sera si è tenuta nella galleria d’arte Carta Bianca di Catania l’inaugurazione della mostra dedicata alle incisioni di Pablo Picasso, pittore e scultore spagnolo vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento e fondatore della corrente artistica del cubismo.
Le incisioni sono opere d’arte realizzate mediante l’utilizzo del processo di stampa che consente di produrre multipli dello stesso soggetto ma differenti tra loro. In questo modo ogni esemplare non è una copia ma un originale, in quanto non è una riproduzione di un’altra composizione. Nel caso specifico, quelle esposte sono delle opere di Picasso appartenute a un collega siciliano, Nino Giuffrida, che a sua volta ha dato alla figlia Beatrice.
La mostra è stata organizzata da Francesco Rovella, proprietario della galleria, e da Beatrice Giuffrida, proprietaria delle incisioni, con uno scopo prettamente culturale; un modo per far conoscere e rivivere l’arte del pittore catalano e del padre, un uomo che della sua passione è riuscito a fare il suo mestiere di vita. Sarà possibile visitarla fino al 23 novembre dal martedì al sabato dalle ore 17 alle 20; la mattina, invece, su appuntamento.
Un evento che ha coinvolto numerosi appassionati di arte di tutte le età. Sono stati in tanti a popolare la galleria che nell’arco di un mese ospiterà quadri di altissimo valore. Un momento all’insegna della cultura che ha visto la partecipazione sia dei più giovani che dei più adulti.
Le opere che si possono ammirare sono sei incisioni importanti con tiratura a 50 esemplari tra cui due della famosa serie “Le Cocù magnifiche” e una ventina di altre incisioni facenti parte della serie Le Goùt du Bonheur con una tiratura insolita, ma stampata contemporaneamente per le edizioni Cercle d’art di Parigi, per le edizioni Harry N. Abrams di New York e per le edizioni Carl Schunemann di Brema, ciascuna numerata da 1 a 666.
Dunque, non si tratta solo di celebrare la grandezza del maestro spagnolo, ma attraverso questi quadri si vuole raccontare la storia di un artista catanese, ormai scomparso nel 2015, che ha avuto l’immenso piacere di conoscere Picasso e di creare al tempo stesso la sua arte.
Nino Giuffrida nasce a Catania nel 1924 e il suo amore per l’arte si manifesta sin da bambino, infatti frequenta il liceo artistico. Ottenuto il diploma, parte per il militare a Roma ed è lì che, contemplando la Cappella Sistina e l’immenso affresco del Giudizio Universale, rafforza la sua passione. Tornato nella città etnea, nonostante il parere contrario dei familiari, a 20 anni decide quindi di partire alla volta di Parigi da sempre centro di interesse culturale mondiale.
Va ad abitare in rue Gabrielle dove cinquanta anni prima aveva vissuto Pablo Picasso, suo idolo da sempre. Comincia a dipingere i paesaggi di Parigi ma anche i clienti dei vari bar, diventando celebre per i suoi “enfants”, i suoi bambini semplici e puri, dai visi tondi e dagli occhi spalancati di meraviglia. Poi trasferisce il suo atelier prima in rue Girardon, vicino il “Moulin de la Galette”, e poi in rue Victor Macé, vicino place Pigalle. In quegli anni conosce molti artisti e diventa un collezionista di grafica.
Montmartre, però, conosce un periodo di declino ed è l’occasione per Nino di spostarsi in Costa Azzurra, approdando prima a Cannes e poi a Vallauris. Nella città del festival del cinema apre la Parnasse Gallery e ha il privilegio di ricevere la visita di Picasso che si felicita per il suo inizio promettente. In quell’occasione, per sancire il loro incontro, l’artista catalano realizza un ritratto del profilo del collega catanese.
Tornato nella capitale francese gestisce la Galleria della Colonna di Place Vendôme dove espone, oltre alle sue opere, anche litografie di Chagall, Dalì, Picasso, Mirò, ottenendo un successo fulminante. Nel 2004 si trasferisce in un maniero del XVII secolo a Velliers en Vexin in Normandia dove crea un proprio museo personale. Muore a Parigi nel 2015.
A partecipare attivamente all’evento anche la nipote di Nino Giuffrida, Tahnee Drago, che del nonno ha ereditato la vena artistica diventando una filmmaker e fotografa. “Ho il ricordo di un uomo che ha amato con tutto se stesso l’arte. Ho sempre ammirato la sua voglia di sognare che lo ha caratterizzato fino alla fine dei suoi giorni e stimato la sua determinazione e coerenza nel perseguire i suoi obiettivi malgrado le numerose difficoltà. Mi ha trasmesso nel sangue la sua passione e quando ero piccola desideravo diventare pittrice proprio come lui. Sono cresciuta, infatti, con tanti sogni, aspirazioni e un profondo legame con tutto ciò che concerne l’arte e la cultura. Oggi sono contenta che si è potuta allestire nella sua città natale una mostra in onore di Picasso, il suo mito, e di conseguenza anche di mio nonno”.