La Fontana dell’Elefante “torna” dopo il restauro

CATANIA – Sono stati ultimati i lavori in piazza Duomo di restauro della Fontana dell’Elefante (dai più conosciuta col soprannome di “Liotru“, derivante da antiche tradizioni mitiche e storiografiche).

Il “simbolo” della città etnea torna, finalmente, alla visione pubblica.

La storia del simbolo e del monumento

Le origini dell’Elefante sono molto più profonde di ciò che si possa pensare: secondo alcune tradizioni, il termine Liotru deriva da Eliodoro, una figura leggendaria che pare avesse l’ambizione di essere vescovo.

Esistono, comunque, versioni differenti fra loro, che affondano le radici nei secoli. Si sa che, già intorno al Medioevo, esistevano scritti che parlavano del “mito” dell’Elefante.

L’opera fu realizzata nel XVIII secolo per mano del palermitano Giovanni Battista Vaccarini intorno al 1737. Successivamente furono svolti altri “aggiornamenti” nel 1757 e nel 1826.

Grandi cambiamenti si ebbero durante l’arco del XX secolo: risale a inizio secolo, nel 1905, la costruzione di una seconda vasca, mentre nel 1998 furono tolti sia la cancellata sia il giardino.

Il ritorno alla visione pubblica del monumento

Dopo qualche mese di lavori incessanti, pieni di impegno e dedizione, si è completato l’ultimo restauro di un’opera conosciuta in tutto il mondo e ancor di più che dà una vera e propria identità a Catania.

Questi ultimi interventi di restauro sono stati decisivi per poter togliere gli strati di elementi come carbonato e patine biologiche su tutte ed anche altro, che hanno danneggiato la bellezza che diede alla fontana il Vaccarini.

Così sia i cittadini catanesi, che i turisti che andranno a Catania avranno “l’onore” di rivedere “raggiante” il simbolo della città e della catanesità.

La foto di rito fra gli addetti ai lavori con al centro il sindaco Trantino

Le dichiarazioni del primo cittadino Enrico Trantino

Ogni città si riflette nella sua memoria, e l’elefante è un punto certo. Non avrei pensato quanto potesse mancare il nostro Liotru ai catanesi se non avessi colto le richieste pressanti: ‘Ma quand’è che ‘u scummigghiamu?‘.

È la dimostrazione di come la città sia legata al nostro Elefante che rappresenta tutto, da dove veniamo e soprattutto chi siamo. È la nostra resilienza rispetto agli eventi calamitosi e rispetto a tutto ciò che in passato è stato contro Catania.

Mi piace ricordare che Catania è l’unica città al mondo che annovera un arco di trionfo rispetto agli eventi naturali. La porta Ferdinandea, cosiddetta porta del Fortino, è stata proprio eretta cento anni dopo l’eruzione dell’Etna per la sconfitta di quegli eventi, l’eruzione e il terremoto, che non ci hanno sconfitto e non ci potranno sconfiggere.

Come non ci potrà certamente sconfiggere il degrado, l’incuria, non ci potrà sconfiggere la brutta politica. Dobbiamo cercare di essere tutti proiettati verso la dimensione che oggi si riflette in questa straordinaria opera di restauro”.

La video intervista a Trantino

Immagini video post restauro