Cultura

Giornata della donna: le origini della celebrazione, tra leggende e conquiste politiche

CATANIA – La festa più attesa dal genere femminile è giunta: l’8 marzo, la Giornata internazionale della donna.

In realtà, non una vera e propria “festa”, ma più una celebrazione di quello che le donne sono riuscite ad ottenere e a diventare fino ad oggi, attraverso anni di conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte con il sacrificio delle “Grandi” della storia.

Insieme a questo, però, l’8 marzo è anche la data in cui ci si stringe intorno a tutte quelle donne che hanno subito e continuano a subire violenze e discriminazioni.

E, secondo alcuni, è proprio da una storia di violenza e discriminazione che la Giornata della donna ha origine.

Si vocifera che questa data sia legata a un episodio avvenuto in America nel 1837, in cui alcune operaie avrebbero perso la vita chiuse in fabbrica dal padrone perché non partecipassero a uno sciopero. Altre volte, invece, la giornata viene fatta risalire a un rogo che nel 1908 avrebbe ucciso delle donne in una fabbrica di camicie, “Cotton”, che in realtà si scoprì non essere mai esistita. Questo episodio si confonde probabilmente con una tragedia realmente verificatasi il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, in cui morirono 123 donne e 24 uomini.

Solo leggende? Probabilmente sì, ma il sacrificio di migliaia di donne, che si sono battute per i propri diritti rimane.

L’istituzione della festa della donna risale al 1909, su iniziativa del Partito socialista americano, che lanciò l’idea, poi raccolta da Clara Zetkin a Copenaghen durante la conferenza internazionale delle donne socialiste. Infine, l’8 marzo fu confermata come unica data, in ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo nel 1917.

In Italia la Giornata della donna arrivò un po’ più tardi e iniziò a essere celebrata in tutto il paese con la fine della guerra, nel 1946, anno in cui si stabilì il suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, un’idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei.

Clelia Mulà

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