Giornata contro la violenza sulle donne, il prefetto di Catania: “Quest’anno già 300 casi”

CATANIA – Donne rapite, stuprate, assassinate. Ma anche donne offese, denigrate, ferite verbalmente o escluse dalle carriere e ostacolate: la giornata internazionale contro la violenza sulle donne diventa occasione, per i giornalisti di Assostampa Catania, per fermarsi a riflettere su emergenze e opportunità di intervento, insieme ad alcuni dei maggiori esperti impegnati nel settore della prevenzione e della repressione dei reati contro le donne.

Ogni giorno sul mio tavolo arriva almeno una segnalazione di aggressione o di maltrattamento nei confronti di donne, spesso le mogli o le compagne – ha esordito il prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi, intervenendo al seminario organizzato alle Ciminiere da Assostampa Catania e accreditato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia – e da 40 casi segnalati nel 2020, siamo passati ad oltre 300 in questanno non ancora concluso. C’è maggiore consapevolezza, anche se manca una rete tra istituzioni ed organizzazioni antiviolenza, non solo per proteggere le donne ma anche per riabilitare i maltrattanti, com’è previsto dal protocollo Zeus“.

Anche l’Ordine dei notai si è attivato per fare chiarezza sui temi della tutela patrimoniale delle donne, ancora oggi, e non di rado, vittime di soprusi maschili. Lo ha riferito il notaio Donata Galeardi, puntando i riflettori su una vera e propria forma di “violenza di genere economica“. “Testamenti che escludono le mogli, ipoteche su proprietà a garanzia di beni comuni, stipendi versati sul conto dei mariti – ha elencato Galeardi – sono solo la punta dell’iceberg di una società che, indipendentemente dal ceto sociale, penalizza la donna col ricatto degli affetti“.

Donne, ma anche bambine, vittime di violenze sessuali amplificate anche dal web. “Le immagini di natura sessuale, se diffuse attraverso internet – ha spiegato Marcello La Bella, dirigente del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia postale della Sicilia orientale – accrescono il loro impatto perché vengono riprodotte e condivise in maniera esponenziale, rendendo impossibile cancellarne l’esistenza anche dopo una denuncia. Per questo è punito non soltanto chi immette per la prima volta in rete unimmagine che lede la dignità di una persona, ma anche tutti coloro che la rilanciano e la condividono su piattaforme di messaggistica e social“.

Se il compito dei giornalisti è quello di dare informazioni corrette e tempestive e senza sensazionalismi, come ha ricordato Filippo Romeo segretario provinciale di Assostampa Catania, il compito delle forze dell’ordine e della magistratura è anche quello di fornire ai cronisti le informazioni necessarie a una corretta narrazione dei fatti, come ha sottolineato Daniele Ditta, segretario regionale dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia. Ma anche la scelta delle parole è fondamentale per dare un buon servizio alla società. “Termini come raptus, gelosia, depressione – ha sintetizzato Maria Torrisi, giornalista ed esponente della commissione Pari opportunità di Assostampa, che ha moderato l’incontro – ovattano le responsabilità di chi commette il reato“.

Se la violenza è trattata come una modalità dell’amore non verrà mai debellata, per questo esistono, anche se soltanto da pochissimo tempo, le attività di sostegno psicologico che il Servizio sanitario provinciale offre al territorio attraverso gli ospedali e attraverso i consultori familiari” ha aggiunto Sonia Mazzeppi, dirigente psicologo dell’Asp di Catania e componente del team di lavoro sulla violenza di genere dell’Asp.