CATANIA – Commemorazione dei defunti, ricorrenza che negli ultimi anni si è andata sempre più evolvendo e ogni anno fa discutere specialmente per determinate tradizioni andate perdute. Tra le cause di ciò solitamente identificate trova posto sicuramente l’arrivo della festa inglese di Halloween nel nostro paese, che ha un po’ privato la nostra festa delle sue caratteristiche originarie, che si identificano principalmente con la vicinanza a chi tra i nostri cari, e non solo parenti, adesso non è più con noi in terra, con il ricordo sentito della loro presenza e soprattutto con il significato religioso.
Proprio quest’ultimo aspetto negli ultimi tempi ha animato un dibattito, specialmente tra i più scettici, che hanno visto in alcuni scandali che hanno colpito l’ambito cattolico il motivo per scagliarsi contro di esso e tendere sempre più a evitarlo. Sentendo spesso i racconti dei nostri genitori e dei nostri nonni si nota come molte tradizioni sono andate perdute e come la vicinanza ai cari defunti sia sempre meno marcata, il che porta spesso a vedere il giorno 2 del mese di novembre come un normalissimo giorno di festa, anche se non più di vacanza nel nostro calendario, in cui al massimo rimane salva solo la tradizione del cosiddetto pranzo con i parenti.
A questo proposito abbiamo scambiato quattro chiacchiere con padre Salvatore Resca della parrocchia Santi Pietro e Paolo di Catania, che ci ha mostrato alcuni particolari sul cambiamento, nel corso degli anni, di questa ricorrenza e sul suo significato che, malgrado le tante speculazioni economiche, rimane sempre intatto. “La cultura dei defunti – spiega padre Resca – è sempre stata una delle cose più normali. In tutte le società, sin dagli antichi Egizi, esiste il culto dei morti, e anche i cristiani, se credono in Dio, credono in un’altra vita, che coloro che hanno finito a vivere sulla Terra continuano a vivere da un’altra parte. Quello che io non condivido da prete sono le cosiddette messe a pagamento, in cui sembra che Dio aspetti che noi versiamo dei soldi per dire delle messe che poi facciano risolvere il problema da altre parti. Penso che Dio sia una cosa diversa da questo”.
Riguardo a come la ricorrenza sia cambiata nel corso degli anni, la differenza è davvero evidente, in quanto “una volta la festa dei morti – continua padre Resca – era una cosa molto simpatica. Ricordo che quand’ero ragazzino arrivavano i doni per i bambini, e ciò metteva in mostra il ricordo molto affettuoso e dolce delle persone che non c’erano più. Adesso tra Halloween da una parte e tante cose dall’altra si è trasformata, e così tra tante tradizioni abbiamo perso pure questa”.
Infine il significato religioso rimane, anche se qualcuno non tanto ci crede e interpreta questa festa in altri modi. “La valenza religiosa della festa – conclude padre Resca – per chi ci crede è sempre quella e tale resta. Ma i veri cristiani, secondo me, oggi sono davvero pochi e di conseguenza il significato religioso non è più quello di una volta. Nel mondo ci sono tradizioni diverse e per la nostra tradizione dei morti in Sicilia le famiglie mettevano i bambini al corrente dell’esistenza di queste persone che non c’erano più e questa non era vista come una cosa tragica. Si ricordavano i morti come se fossero vivi e portassero i regali. Si riusciva a presentare ai bambini la morte come un qualcosa di non tragico e quindi inerente alla vita stessa. Questa cosa purtroppo oggi si è persa”.