CATANIA – L’associazione casa famiglia siciliana di Rosario, Argentina, ha appena celebrato i suoi primi 50 anni.
La struttura, sita nel cosiddetto “quartiere dei siciliani“, ha così accolto centinaia di ospiti paesani che hanno colto l’occasione per respirare un po’ di aria sicula. Gli organizzatori dell’evento hanno impiegato addirittura una settimana per far sì che il programma della giornata fosse accattivante e divertente oltre che interessante dal punto di vista folkloristico; tanta fatica però è stata degnamente ricompensata. Alla festa per il 50° compleanno dell’associazione casa famiglia siciliana di Rosario erano presenti infatti gli applauditissimi “Siculi” (gruppo folclorico di chiara fama) ed Ada Lattuca, figlia del fondatore dell’ente nonché storica siciliana che ha per l’occasione pubblicato il suo “Noi siciliani“, un testo che racconta i mille aneddoti che riguardano la nascita e la storia della struttura.
Nel volume però si respira a pieni polmoni anche l’odore della Sicilia di qualche decennio addietro, la stessa da cui sono partiti molti emigranti da tempo ormai residenti in Argentina. Ada Lattuca ha così descritto la sua ultima fatica letteraria: “Il libro è costruito sui verbali della Commissione Direttiva scritti in italiano, siciliano e spagnolo, dai quali si evince lo sforzo immane degli autori in un impegno certamente difficile per loro, per portare a termine una pagina di storia reale di vita intensamente vissuta.Tutto questo si evidenzia con la costruzione di una sede per l’Associazione che tutti chiamavano “casa” perché tra i paesani c’era il detto “l’uomo ca n´nnu avi casa nun vali nenti”. Ma la chiamavano anche “matri” paragonandola ad una madre che raccoglie i suoi figli. Alla sua costruzione parteciparono parenti, paesani e vicini entusiasti che rubavano ore al riposo, dopo il rispettivo lavoro, sabato e domenica compresi. Mentre le donne portavano un rinfresco per mitigare la fatica degli operai. L’Associazione ha vissuto tanti anni tra progresso e lentezza, alti e bassi, spesso con lo scoraggiamento dovuto o alla insensibilità degli organismi ufficiali della Regione o ai dibattiti accesi all’interno della Commissione Direttiva dove tutti parlavano ad alta voce e con profusa gestualità, molto specifica dei siciliani, ma alla fine si concludeva tutti abbracciati, dicendo: “sa binnidica, lu Signuri ti fa Santu”. Forse il titolo può sembrare inaudito per quelli che non sono nativi “di lu paisi” ma l’obiettivo al quale sempre abbiamo mirato è stato quello di diffondere la passione e l’amore per la sicilianità“.
Ed è proprio l’amore per la sicilianità la ragione che ha spinto Ada Lattuca, docente universitaria, sociologa e ricercatrice, a scrivere questo testo e a proseguire la missione paterna.
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