CATANIA – Essere nati in un determinato anno può avere dei vantaggi. A scoprirlo sono state la classe 2000 e successive, che potrebbero essere ‘meno’ fortunate da quella del 1999.
Il Bonus Cultura 18App, utilizzato da ragazze e ragazzi maggiorenni e avviato lo scorso anno, potrebbe essere cancellato e non più valido per i ragazzi nati dopo il 2000: a dichiararlo, un paio di giorni fa, è stato il Ministro della Cultura Alberto Bonsoli. Testuali parole in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Meglio far venire la fame di cultura ai giovani facendoli rinunciare a un paio di scarpe”.
Dichiarazioni che hanno fatto riflettere non pochi studenti di tutta Italia, che potrebbero vedersi tolta la possibilità di acquistare libri, andare a concerti, spettacoli teatrali, acquistare CD musicali e molto altro. Stanziati quasi 300 milioni di euro, adesso l’idea è quella di risparmiarli.
Andando in giro in alcune scuole di Catania, confrontando i pareri di studentesse e studenti sull’argomento, la risposta è stata categorica: “Una scelta che ci penalizza”. Il 90% del campione è andata contro le parole del ministro Bonsoli, mentre soltanto il 10% ha commentato che non era interessato ai 500 euro forniti dal Governo da spendere in cultura.
Tanti, invece, ci tengono eccome: “Un esempio stupido. Non tutti fanno una scelta tra comprare un paio di scarpe o un libro”.
Libri, libri, libri: in effetti, è questa la parola magica più frequente quando si parla del Bonus Cultura. L’80%, infatti, ha speso i soldi in librerie per testi di vario genere.
18App ha reso noti i dati dopo la prima edizione: solo 162 milioni di euro spesi sui 300 totali, 356mila giovani registrati per acquisire il bonus. Tanti libri, pochissimi ingressi nei musei. Questa la statistica:
Il ministro Bonsoli, infatti, ha chiosato sul fatto che molti di questi soldi sono stati spesi male: altra motivazione secondo cui bisognerebbe eliminare il bonus. A ogni modo, i nati nel 2000 e nel 2001 potranno beneficiarne, ma “con alcuni correttivi, per rimediare agli errori fatti in passato”.
È stato anche Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori, a fare il punto della situazione su quali sono stati i testi prediletti dai ragazzi: molti sono libri di testo, ma sono acquistati anche fumetti, narrativa generale e Young Adulti, quindi per adolescenti.
Si può discutere sulla formula o sull’utilità? Quanto può essere utile il Bonus Cultura a una generazione che oggi non sembra leggere più come una volta? Quasi il 60% della popolazione italiana non tocca libro. Questa, tuttavia, sembra essere più una leggenda metropolitana che altro: come ha affermato in diverse occasioni, anche in una di quest’anno nei locali della libreria La Feltrinelli di Catania, lo scrittore francese Daniel Pennac, “si dice da 50 anni che i giovani non leggono, eppure siamo ancora qui”.