Arte come espressione del mondo interiore, alla scoperta dei quadri astratti di Vincenzo Portuese – FOTO

Arte come espressione del mondo interiore, alla scoperta dei quadri astratti di Vincenzo Portuese – FOTO

CATANIA – L’arte, in ogni sua manifestazione, permette all’uomo di valorizzare ciò che sente dentro ed è la più alta espressione di creatività.

In un mondo in cui spesso ci si “aggrappa” – quasi con prepotenza – a valori, ideali, esperienze di vita spesso errate, c’è chi tira fuori il meglio di sé e dà vita a veri e propri capolavori. Nascono così coreografie mozzafiato, composizioni musicali spettacolari e opere che lasciano senza parole.

Ai microfoni di NewSicilia è intervenuto il giovane artista catanese Vincenzo Portuese che dipinge, da quattro anni, quadri astratti senza dimenticare però di inserire anche un pizzico della sua Sicilia e Catania.

L’utilizzo di supporti

I miei quadri tendenzialmente non hanno alcun contatto con qualcosa di figurativo, di reale, tranne in alcuni casi che si possono intravedere degli accenni. Utilizzo colori acrilici, non a olio, che sono più adatti per l’astratto, mi servo di pennelli e spatole”. Inizia così la nostra chiacchierata alla scoperta dell’universo di Vincenzo.

Inoltre: “Mi piace dipingere sopra dei supporti: cioè uso un materiale, che può essere il gesso acrilico o della sabbietta di fiume – che ho utilizzato molto negli ultimi quadri – o anche della carta, in particolare la carta riso, che mi crea un volume, una texture, quindi una superficie irregolare su cui poi vado a dipingere sopra e crea bei giochi anche visivi“.

Le emozioni come ispirazione

Trattandosi di opere che esulano dalla realtà, da cosa trae ispirazione l’artista catanese? A questo quesito ha risposto: “Non è un evento ben preciso a ispirarmi, come per esempio la vista di un tramonto, ma sono le emozioni legate a quell’esperienza che mi spingono a realizzare i quadri. Queste vicissitudini mi fanno venir voglia di tradurre il tutto nei colori sulla tela“, spiega.

Sicuramente grandissima fonte sono i viaggi e, oltre a questo, anche dei periodi della mia vita che possono essere felici o più tristi e questo condiziona la scelta dei colori“, aggiunge.

L’incontro tra artista e spettatore

E ancora: “I quadri astratti più dei quadri figurativi che ritraggono paesaggi, aspetti reali o ritratti, mettano di più in comunicazione l’artista con lo spettatore che cerca di ricollegare quella figura e quei colori con qualcosa che ci viene richiamato da quelle forme“.

Si crea così, in poco tempo e da quella visione, la magia e ognuno darà la propria “lettura critica”. Nello stesso azzurro astratto, per esempio, c’è chi vedrà il mare, altri intravedranno il cielo, i più fantasiosi altre figure.

Sicuramente quello che ognuno percepisce si rifà molto alle sue emozioni in quel dato momento, al suo stato d’animo, anche alle sue esperienze che vengono messe in moto dalla visione delle forme e colori astratti. Ecco che quel quadro diventa un luogo in cui si incontrano le emozioni dello spettatore con quelle dell’artista che l’ha voluto creare“, puntualizza Vincenzo.

Il legame con la Sicilia e l’Etna

Dai quadri di Vincenzo, però, emerge un dettaglio particolare da non sottovalutare affatto, che ricorda la sua provenienza e il senso di appartenenza con la sua terra natìa.

C’è sempre un richiamo anche a Catania e alla Sicilia nelle mie opere. In questi anni ho realizzato un quadro sull’Etna che raffigura il vulcano ma sempre ovviamente col mio stile astratto. Questo è indice del fatto che traspare sempre un forte legame verso la mia terra d’origine“, racconta in esclusiva.

Nel dettaglio: “Dalla forza della materia, per esempio, che cerco di mettere nei miei quadri e dalla scelta dei colori molto accesi o dall’utilizzo anche di materiale come sabbietta e altre cose che creano volume credo che si possa intravedere un collegamento molto sentito con l’Etna. Tra l’altro, tale caratteristica è stata percepita anche da una critica d’arte con cui mi sono rapportato“.

Il feedback esterno

Quando si crea qualcosa c’è il rischio che poi, all’esterno, non piaccia il prodotto finito o non venga capito a fondo. Ma questo non è il caso del nostro intervistato, le cui opere incantano chi le osserva e pure tanto.

Ho notato che i miei quadri e il mio stile vengono apprezzati di più da un pubblico più giovane, anche se non è un’esclusiva nel senso che non è sempre solo così, però in percentuale si riscontra questo dato. Probabilmente è dovuto al fatto che c’è una maggiore apertura verso l’arte contemporanea“, sottolinea.

In linea generale, “per essere all’inizio di questo di questo viaggio nel mondo dell’arte non mi posso lamentare perché ho ricevuto diversi apprezzamenti, ma anche molte critiche che mi hanno aiutato a migliorarmi e crescere. Sicuramente è un universo molto difficile, e tra alti e bassi cerco di andare avanti“.

La pandemia e la vena creativa di Vincenzo

Se adesso, per Vincenzo Portuese è il periodo di massima espansione creativa, durante la pandemia e soprattutto in occasione del primo lockdown, diversamente a quanto si può pensare, non è stato super produttivo.

A riferirlo è proprio lui: “Era un momento in cui cercavo di elaborare quello che stava accadendo, poi col passare del tempo, è ritornata la mia vena creativa pronta a esplodere“.

E i progetti futuri?

Per quanto riguarda i progetti futuri, sicuramente, sono tanti i sogni nel cassetto ma, quando si ha una passione, occorre andare fino in fondo se è necessario anche contro tutti e tutto.

Vincenzo tiene molto i piedi per terra e proprio per questo andrà sicuramente lontano: “Mi piace procedere step by step. La cosa più imminente è quella di voler creare un sito web professionale che mi darà più visibilità oltre che continuare con l’utilizzo dei social media. Inoltre, in questo periodo sono abbastanza produttivo e creativo, quindi voglio continuare su questa scia“.

La fotogallery

Ecco alcuni dei quadri realizzati dall’artista catanese intervistato. Per il comparto fotografico si ringrazia proprio lui, Vincenzo Portuese (Instagram: @vincenzo_portuese).