MISTERBIANCO – Carnevale è divertimento, allegria, scherzo, ma soprattutto travestimento.
Durante questo periodo dell’anno sono tanti i bambini che vanno in giro per la città, indossando costumi dei loro personaggi o supereroi preferiti e lanciando coriandoli e stelle filanti.
Ma non sono gli unici che amano mascherarsi: la goliardia non ha età. Infatti, anche i più grandi talvolta si uniscono a quelle associazioni culturali che mettono in scena spettacoli per l’occasione.
In tanti comuni siciliani, come nel resto del mondo, esistono i cosiddetti “gruppi di carnevale”, che ogni anno realizzano costumi che interpretano un determinato tema.
Per alcuni, il carnevale è una vera e propria passione, perché non è così semplice prepararsi per questo evento, come conferma Caterina Privitera, presidente dell’associazione culturale “Turi Campanazza” di Misterbianco, in provincia di Catania, che questo “mestiere” lo fa ormai da quasi 40 anni.
Dal lontano 1979, quando per la prima volta lei e suo marito hanno iniziato a travestirsi per puro divertimento e piacere, non si è mai fermata. “All’inizio era solo la mia famiglia che girava per le vie del paese con un piccolo trattore – dichiara la signora -. Poi di anno in anno, l’evento ha coinvolto sempre più compaesani. Oggi il carnevale è ormai radicato nella nostra famiglia, tanto che ora anche i nostri figli portano avanti questo progetto”.
Per chi, come loro, ama questa festa, il carnevale è praticamente quasi tutto l’anno. Appena si concludono le sfilate attuali, si pensa già a quelle successive, in quanto vi sono degli step da seguire. Ad aprile si presenta l’adesione di partecipazione al Comune; tra giugno e luglio il presidente, i soci e il costumista si riuniscono per decidere il tema da realizzare, che deve essere consegnato entro fine settembre; infine, a ottobre si iniziano a cucire gli abiti.
La scelta del tema è un momento importante, perché non deve essere banale e ripetitivo, ma originale. Spesso ci si ispira semplicemente guardandosi attorno, anche da eventi di vita quotidiana. “Portare in strada un argomento e realizzare dei vestiti che rappresentino un determinato oggetto o concetto è molto difficile – afferma Paolo Pennisi, costumista -. Dietro al disegno dei vari abiti, c’è un enorme studio, che talvolta richiede anche un intero anno e approfondite ricerche su internet, libri, enciclopedia e documentari. Inoltre, c’è pure un lavoro di coordinamento tra tutte le sarte che li andranno a cucire”.
Ma il carnevale non è solo costumi, ma anche sfilata di carri allegorici. Anche in questo caso mantiene un ruolo fondamentale lo stilista, che concorda con lo scenografo i disegni e i materiali da utilizzare. Cosi come gli abiti, anche l’allestimento dei carri richiede circa quattro mesi.
Uno dei principali momenti della vita di associazione sono le riunioni, durante le quali ci si scambia consigli, ci si aiuta a vicenda, ma soprattutto ci si diverte. A ridosso dell’evento si fanno sempre più frequenti e vedono la presenza di soci, partecipanti e di tutti coloro i quali vogliono dare una mano. Perché l’associazione è anche divertimento, condivisione e stare insieme; insomma diventa come una sorta di famiglia.
“È un lavoro pesante che abbiamo scelto di fare e che facciamo ormai da tanti anni con amore e dedizione – concludono Caterina e Paolo -. Quando l’occorrenza è alle porte, ci sono giornate in cui non ci fermiamo un attimo. Ma, poi non c’è soddisfazione più bella di vedere i nostri lavori apprezzati dalla gente. Questo ci appaga tantissimo e ci ripaga degli sforzi fatti tutti insieme”.