Vipera aspis hugyi avvistata e fotografata sull’Etna dall’ambientalista Colnaghi: i rischi per l’uomo e i consigli post morso

CATANIA –Nell’ambito della mia attività di osservazione dei serpenti, animali troppo poco conosciuti e di conseguenza mal considerati, spesso indicatori di buona qualità ambientale, durante l’ultima spedizione nel parco dell’Etna ho avuto la fortuna di osservare l’unica specie di vipera presente in Sicilia e nell’Italia meridionale (Vipera aspis hugyi il suo nome scientifico), descritta nel 1833 da Schinz da un esemplare dell’Etna”.

È quanto rende noto Sebastian Colnaghi, siracusano di 21 anni conosciuto in Sicilia per il suo impegno a difesa dell’ambiente.

Caratteristiche della Vipera aspis hugyi

Lunga al massimo 90 centimetri, mediamente sui 60-65, la Vipera aspis hugyi presenta testa più o meno distinta dal collo, con l’apice del muso leggermente rivolto all’insù, e occhi di dimensione media con la pupilla verticale ellittica.

La coda è nettamente distinta dal corpo, caratteristica che la differenzia, tra le altre cose, dai colubridi. La colorazione varia a seconda dell’individuo dal nero (raro) alle varie tonalità di marrone, rossiccio e grigio. Questo dà la possibilità al rettile di mimetizzarsi nell’ambiente in cui vive.

Anche il disegno dorsale cambia: strisce a zig-zag, macchiette separate o colorazione quasi uniforme. L’aspetto generale è più tozzo che negli altri serpenti a causa delle piccole dimensioni e della coda molto corta.

Il veleno viene prodotto da speciali ghiandole poste in fondo al palato e inoculato attraverso denti del veleno cavi al loro interno.

Come le altre tre specie di viperidi presenti in Italia Vipera aspis è ovovivipara; nascono da 6 a 8 piccoli di 15–20 centimetri, che sono completi e possiedono già ghiandole velenifere. Possono raggiungere anche i vent’anni di vita.

Comportamento Vipera Aspis hugyi

Si ciba di topi, lucertole e piccoli uccelli. È lenta nei movimenti ma in grado di reagire fulmineamente se calpestata o molestata.

Il suo veleno è molto attivo nei confronti dei piccoli animali, dal momento che contiene sia neurotossine che emotossine. Durante il periodo degli amori, che avviene in primavera, i maschi possono intraprendere delle lotte ritualizzate: essi sollevano le parti anteriori del corpo e le attorcigliano intorno al proprio rivale per valutare le reciproche forze.

Come tutti i rettili, è un animale a sangue freddo ed è perciò attiva soprattutto quando la temperatura al suolo raggiunge i 25-27 gradi.

Per questo motivo durante la stagione invernale effettua una latenza, nascondendosi in anfratti del terreno; in alta quota, in particolare sui Pirenei, il letargo può raggiungere i 7 mesi.

Una specie straordinaria – prosegue Colnaghi – la vipera come tutti gli esseri viventi gioca un ruolo fondamentale nell’ecosistema, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio ambientale, e cibandosi di piccoli roditori dannosi per l’agricoltura. Si tratta di una specie protetta dalla convenzione di Berna, che ne vieta l’uccisione”.

Rischio per l’uomo

Contrariamente a quanto si dice, la vipera non è assolutamente aggressiva. Infatti, morde l’uomo solo se è costretta, quindi mai per offesa.

Se non viene molestata non rappresenta un pericolo perché, di fronte a un fattore di disturbo, l’animale tende a nascondersi e scappare. Tra l’altro è sorda, avverte le vibrazioni del suolo.

Difficilmente è letale per l’uomo. A rischio potrebbero essere prevalentemente i soggetti esposti alle reazioni allergiche, quelli emotivi, gli anziani e i malati affetti da patologie croniche, nonché i bambini.

In media ogni anno in Italia si verificano 257 morsi di vipera. Mediamente, uno solo risulta poi mortale, anche a causa delle particolarità o delle condizioni pregresse della vittima: una massa corporea ridotta nei bambini o una cattiva condizione di salute negli adulti (specialmente nel caso delle cardiopatie).

Sintomi in caso di morso

Nell’uomo la sintomatologia in caso di morso è caratterizzata da manifestazioni locali e sistemiche. Vediamo di che si tratta nel dettaglio:

  • Manifestazioni localizzate in prossimità del morso:
    • dolore;
    • edema duro progressivo;
    • cianosi ed ecchimosi;
    • linfangite ed adenopatia;
    • i due forellini nel punto del morso non sempre presenti.
  • Manifestazioni sistemiche:
    • cefalea;
    • nausea;
    • vomito;
    • dolori addominali;
    • agitazione;
    • depressione cardiocircolatoria;
    • ipotensione e shock;
    • alterazioni della coagulazione.

Le precauzioni

Al pari delle altre vipere italiane – spiega Sebastian Colnaghi – si tratta di un serpente timido ed elusivo che morde solo se messo alle strette e se si sente minacciato. Nel caso di un incontro ravvicinato in mezzo a un sentiero, vicino a un rifugio o in altre situazioni è opportuno mantenere la calma e allontanarsi tranquillamente“.

Un suo morso, benché il veleno non sia considerato mortale per l’uomo, può provocare complicazioni di rilevanza medica e richiede comunque un intervento sanitario. In generale, se si viene morsi da una vipera, la condotta da adottare è semplicemente quella di non agitarsi e chiamare i soccorsi il prima possibile“, aggiunge.

Non bisogna prendere nessun altro tipo di iniziativa e non bisogna assumere farmaci o usare prodotti chimici senza l’indicazione del medico soccorritore”, conclude.