“Vetri su donna incinta” e “Baby gang anche nel nostro locale”: la dura vita di cittadini e commercianti

“Vetri su donna incinta” e “Baby gang anche nel nostro locale”: la dura vita di cittadini e commercianti

CATANIA – Urla, schiamazzi, provocazioni: questi i protagonisti nel fine settimana nel centro di Catania. Sicuramente non qualcosa di molto piacevole per cittadini, turisti e venditori.

È il tema caldo di quest’ultimo mese: le baby gang invadono il centro della città etnea e creano non pochi problemi alla serenità e tranquillità delle persone, con minacce e aggressioni.

Le zone più interessate sono quelle vicino gli archi della Marina, ma anche il cuore di Catania, piazza Stesicoro, è scenario di litigi e istigazioni alla violenza. Situazioni che non passano inosservate agli occhi di chi lavora in quelle zone, sia nel pomeriggio che, specialmente, nelle ore serali e notturne.

“Mi capita spesso di sentire urla e schiamazzi, fortunatamente a me non è mai successo nulla in prima persona, però è da tempo che si assiste a scene del genere, specialmente nei fine settimana. Fortunatamente vediamo le forze dell’ordine presenti, ma non sempre basta, perché si trovano con le ‘mani  legate’ visto che si tratta di minorenni”, commenta il titolare di un’edicola nelle vicinanze.

Una scena a cui assistono in molti, come i dipendenti di un negozio di accessori vicino piazza Stesicoro: “Fortunatamente da noi è difficile che possa entrare qualcuno a far danno, però ci è capitato di sentire urla e assistere a principi di rissa. Ovviamente parliamo delle ore pomeridiane”.

A confermare il tutto anche chi lavora in un noto negozio di ristoro del centro di Catania: “Abbiamo assistito a scene di bullismo, risse e istigazioni da parte di alcuni ragazzini nei confronti di altri coetanei e non solo. Fuori a volte succede di tutto e le forze dell’ordine cercano sempre di fare quello che possono per mantenere la quiete e la tranquillità”. Ciò che è più grave, però, è che questi episodi si verificano anche all’interno dei locali: “Purtroppo ci è capitato di vedere queste scene di provocazione anche all’interno del nostro locale. Motivo per cui siamo costretti a far intervenire la nostra security”.

Il problema delle risse, però, a volte, non riguarda solo i gruppi di piccoli ragazzini, ma anche di gente che tende ad alzare il gomito o che, per altre, ragioni, perde il senno della ragione. In questo caso, ci si sposta nella movimentata piazza Vincenzo Bellini, nota meglio come piazza Teatro Massimo. Un commerciante, infatti, racconta: “Fino a qualche  tempo fa la situazione era veramente difficile. Il rischio di risse era alto e capitava spesso di sentire urla e rumore di vetri che si rompevano. In un’occasione è anche capitato che delle bottiglie sono finite addosso e delle nostre clienti, una delle quali incinta”. Un’atmosfera cambiata da tempo, fortunatamente: “Da quando è aumentata la presenza di esercito, polizia, carabinieri e vigili urbani, però, la situazione è cambiata in meglio e, finalmente, si riesce a vivere in modo decente la città”.

Impressioni raccolte da alcuni cittadini. Qualcuno tende a capirli: “Non lo fanno per male, ma solo per imitazione, si renderanno conto quando cresceranno”. Altri, invece, pensano che l’intervento della polizia potrebbe essere determinante per arginare il problema: “In questo modo si potrebbero eliminare le baby gang, almeno dal centro. So di amici che non hanno avuto belle esperienze.”, commenta un ragazzo.

Appunto, l’intervento delle forze dell’ordine è stato ed è decisivo nel ristabilire la sicurezza in città. È anche vero, però, che la collaborazione dei cittadini nel segnalare questi episodi e i luoghi in cui accadono può essere determinante nel rintracciare i colpevoli. Come spiegato dal vice questore di Catania, Daniele De Girolamo, infatti, molte di queste baby gang sono composte da ragazzini minorenni, incensurati e difficilmente rintracciabili. Per questo, da tempo, le forze dell’ordine stanno effettuando delle mappature e censimenti, riuscendo a fornirne un identikit.

“Le mani legate”: è questa la frase che molti hanno interpretato come impotenza e incapacità di agire da parte di polizia, carabinieri e vigili urbani. Ma di fatto, tra forze in campo e segnalazioni alla procura dei minori, non è così.