Verso Sant’Agata: “la mamma” delle candelore, quella dei panettieri

Verso Sant’Agata: “la mamma” delle candelore, quella dei panettieri

CATANIA – La chiamano “A mamma” forse per essere uno dei cerei più imponenti tra quelli donati alla santa potrona del capoluogo etneo o forse, molto più semplicemente, perché la sua è una tra le storie più datate nel tempo.

Stiamo parlando della candelora afferente alla categoria dei panettieri che nacque nel 1800. Nonostante l’età, più di due secoli, sembra ad oggi non essere cambiata affatto nella sua costituzione. L’unica caratteristica della candelora che ha subito mutazioni durante gli anni è il peso e il numero di portatori.

La diminuzione nel peso è stata realizzata scavando all’interno della costruzione in modo da eliminare un po’ di materia con il conseguente alleggerimento della mole. Da 1200 chili, infatti, l’ago della bilancia si è spostato a 1000 mentre i portatori sono aumentati da 8 a 12 persone. Ciò è stato fatto per rispondere all’obiettiva esigenza di distribuire più adeguatamente il peso e quindi in modo da trasportare uno dei simboli della festa più importante della tradizione catanese, in giro per la città.

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Proprio per il suo ruolo protettivo e materno la candelora dei panettieri, che dispone di statuette raffiguranti angeli, occupa uno degli ultimi posti nella processione che precede l’andamento del fercolo di Sant’Agata.



L’opera è costituita da 4 pezzi:
– la base
– una parte inferiore
– una intermedia da dove sporgono statuette raffiguranti angeli che simboleggiano il ruolo protettivo della candelora rispetto alle altre;
– una superiore dominata dalla bolla che simboleggia come la candelora venga ancora gestita da un rettore che esercita veramente il ruolo del panettiere.

“Per 50 anni la candelora è stata affidata a mio padre, dopo la sua morte la gestione del cereo è passata sotto la mia responsabilità – dichiara Michele Arcidiacono, il rettore del cereo – tutto quello che facciamo è animato da immensa fede e lo testimonia il fatto che mio padre morì proprio il 5 febbraio mentre stava trasportando la candelora, sono sereno perché so che ha sempre voluto dedicare la sua vita a Sant’Agata”.

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Durante il corso dell’anno “la mamma” dorme nella piccola ma accogliente chiesa Santa Caterina in via Umberto, adesso è sveglia e il count-down per tornare a splendere sta per terminare.