CATANIA – È una vera e propria bufera quella che sta scoppiando in casa dell’Azienda Metropolitana Trasporti di Catania. L’aria che si respira è quella di insofferenza, amarezza, rabbia e delusione.
Gli stipendi non si vedono da un po’ e i mezzi non sembrano poter soddisfare in modo adeguato alle esigenze della città etnea. E, lo sciopero di domani potrebbe essere il primo di una lunga serie.
Non deve suonare certamente come una minaccia, ma è questo quello che trapela dalle parole di Giovanni Lo Schiavo, segretario regionale della Fast Confsal: “Negli anni non abbiamo assistito a tanti cambiamenti. Molti dei presidenti che si sono avvicendati hanno parlato di risanamento e miglioramento. Al momento, però, i fatti dimostrano il contrario. Vorremmo delle risposte, se no continueremo a far sentire la nostra voce”.
Ai dipendenti Amt manca il 50% dello stipendio di dicembre e quello intero di gennaio, di cui ancora non si ha avuto notizia. “Spero che con lo sciopero di domani il sindaco (Salvo Pogliese, ndr) possa darci udienza e spiegazione – spiega ancora Lo Schiavo –. Vorremmo delle risposte sui pagamenti. Ma, ancora di più, su quello che consiglio, presidente e amministrazione vogliono fare della partecipata”.
All’interno dell’azienda, molti autisti e non sono ancor prima padri di famiglia: “Mi chiedo come dovrebbero portare avanti le loro esigenze e coprire le loro spese, tra cui anche mutui, in queste condizioni! C’è silenzio da parte della politica locale e credo che noi dovremmo avere una risposta”, continua il sindacalista come un fiume in piena.
Una situazione definita come una “vergogna” anche per la mancata esposizione della programmazione e dei progetti futuri. “Pensano si possa continuare così, oppure deve succedere l’irreparabile? Molti sono esausti ed esasperati. Siamo la città con il maggior numero di scioperi, non credo sia un caso, ma solo frutto di una politica inconcludente”.
Giovanni Lo Schiavo
E, se quello di domani non dovesse bastare, non sarà difficile vedere nuovamente i dipendenti con la braccia incrociate a distanza di poco tempo. Dal canto loro, consapevoli di avere le loro responsabilità nei confronti dei cittadini, i dipendenti Amt chiedono venia: “Chiediamo scusa all’utenza, ma così non si può lavorare. Le persone non stanno potendo sopperire alle necessità”.